Cronaca

Dalle ceneri dell’Aspsc una holding multiservizi

Il futuro dell’Aspsc potrebbe essere la trasformazione in società per azioni, a capitale inizialmente pubblico, come multiservizi (che cioè fornisce più di un servizio pubblico locale), e successivamente in una holding di partecipazioni come capofila di tre divisioni e/o società operative alle quali sarebbero affidati i servizi in convenzione con il Comune. All’approssimarsi (primi di luglio) della scadenza del termine dei sei mesi assegnati (allo scopo è stato anche modificato ad hoc lo statuto), il mini consiglio di amministrazione (tre componenti) dell’Azienda speciale pubblici servizi comunali (Aspsc) ha consegnato all’amministrazione comunale una proposta di piano industriale per gli anni 2007-2011, con le linee guida per rilanciare l’azienda che attualmente si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani.

Il futuro dell’Aspsc potrebbe essere la trasformazione in società per azioni, a capitale inizialmente pubblico, come multiservizi (che cioè fornisce più di un servizio pubblico locale), e successivamente in una holding di partecipazioni come capofila di tre divisioni e/o società operative alle quali sarebbero affidati i servizi in convenzione con il Comune.
All’approssimarsi (primi di luglio) della scadenza del termine dei sei mesi assegnati (allo scopo è stato anche modificato ad hoc lo statuto), il mini consiglio di amministrazione (tre componenti) dell’Azienda speciale pubblici servizi comunali (Aspsc) ha consegnato all’amministrazione comunale una proposta di piano industriale per gli anni 2007-2011, con le linee guida per rilanciare l’azienda che attualmente si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani. La consegna materiale di un corposo piano (143 pagine), è avvenuta la mattina di martedì 26 giugno nella sala consiliare del palazzo municipale davanti ai capigruppo consiliari ed alla stampa.
La delegazione dell’Aspsc, composta dagli amministratori, era guidata dal presidente Domenico Sperlì e dal direttore generale Giovanni Pugliese; ad attenderli il sindaco Peppino Vallone con gli assessori Cesare Spanò (Attività produttive), Antonella Rizzo (Lavori pubblici) e Pantaleone Nicoscia (Viabilità).
“Si tratta di un lavoro interessante che contiene tutti gli elementi d’impresa e normativi per sviluppare un certo ragionamento in un percorso indicato che è condivisibile, a parte qualche approfondimento tecnico che ritengo necessario – ha commentato il sindaco Peppino Vallone – Il Cda ha elaborato gli elementi utili e indicato all’Amministrazione e al Consiglio comunale un’ipotesi per il rilancio e la modernizzazione dell’Aspsc; la migliore nell’interesse dell’Azienda e del Comune”. Il piano sarà ora discusso nella conferenza dei capigruppo e probabilmente in commissione consiliare, prima di approdare nell’assemblea cittadina per l’approvazione nella versione definitiva con le scelte adottate dai consiglieri. La decisione potrebbe essere presa entro i primi giorni del prossimo mese di luglio, anche se è difficile che ciò avvenga. Entro lo stesso termine, comunque, va anche presa una decisione sul Consiglio di amministrazione, giunto – come detto – alla scadenza dei sei mesi di mandato. In conferenza stampa il sindaco ha detto chiaramente che pensa di riconfermare l’attuale Cda, in attesa che il Consiglio decida quale sarà il futuro dell’Aspsc.
“Nel corso di questi mesi – ha dichiarato il presidente dell’Aspsc, Sperlì – abbiamo lavorato in un clima di dialogo e collaborazione con il Comune”. Il primo ostacolo per gli amministratori nominati dal centrosinistra, è stato l’approvazione del bilancio consuntivo 2006 (4,4 milioni di ricavi, utile netto di 179 euro) e di quello preventivo 2007. “È stato un impegno non di poco conto perché le condizioni dell’azienda non sono delle più facili – ha proseguito Sperlì – Sottolineo quello che anche a noi è stato fatto notare: per la prima volta negli ultimi anni il bilancio preventivo è stato approvato dal Consiglio comunale. Il nostro è un bilancio che per il 96 per cento è assorbito da spese di funzionamento, per personale (l’83 per cento), officina, carburante, ecc., per cui i margini per investimenti sono in pratica inesistenti”. Proprio per la delicata situazione economica e finanziaria, il presidente del Cda ha spiegato che i nuovi amministratori al momento del loro insediamento hanno avviato il monitoraggio della spesa per centri di costo con report mensili sui flussi di cassa. Dopodiché si è proceduto ad effettuare una valutazione del servizio espletato dall’azienda, contestualmente ad un’indagine sui mezzi (44 in tutto, metà con oltre 10 anni di vita) e sul personale (ridottosi a 85 unità e ‘gestito’ molto male secondo il cda), con una prima riorganizzazione appena abbozzata che riguarda il servizio di spazzamento: introdotto un turno pomeridiano (“oggi il servizio termina alle ore 12”), sebbene ancora parziale perché “i mezzi sono vecchi e hanno bisogno di manutenzione e riposo”; e contemporaneamente è stato deciso di unificare il servizio di spazzamento meccanico e manuale (“abbiamo notato che migliora notevolmente la qualità del servizio”).