Cronaca

Il comitato Pro 106 chiede impegni per la ‘strada della morte’

Nando Amoruso è soddisfatto degli esiti della manifestazione promossa, martedì scorso nella Capitale, perché il governo non indugi oltre nell’ammodernamento della statale ionica “106”, in particolare il tratto compreso tra l’aeroporto Sant’Anna di Crotone e Mandatoriccio. Il movimento da lui creato, con tanti sacrifici e con la forza tipica di quei movimenti di opinione in grado di unire le espressioni più varie ed eterogenee della società e, quindi, per questo motivo, assolutamente trasversale, non è ritornato a mani vuote da Roma.

Nando Amoruso è soddisfatto degli esiti della manifestazione promossa, martedì scorso nella Capitale, perché il governo non indugi oltre nell’ammodernamento della statale ionica “106”, in particolare il tratto compreso tra l’aeroporto Sant’Anna di Crotone e Mandatoriccio. Il movimento da lui creato, con tanti sacrifici e con la forza tipica di quei movimenti di opinione in grado di unire le espressioni più varie ed eterogenee della società e, quindi, per questo motivo, assolutamente trasversale, non è ritornato a mani vuote da Roma. Un dato concreto è stato infatti centrato ed è duplice: l’aver posto con determinazione al più alto livello l’istanza di una popolazione che non ne può più di percorrere, con tutti i rischi che ne conseguono, l’attuale “mulattiera” jonica e l’assicurazione che del problema si occuperà la struttura tecnica del ministero delle Infrastutture che convocherà al più presto i responsabili del Comitato spontaneo “Pro 106” del quale è presidente ed animatore infaticabile proprio il presidente Amoruso.
Il risultato, insomma, non è, come sulle prime potrebbe apparire, “interlocutorio” per dirla con linguaggio politichese, ma sostanziale perché rappresenta il frutto di un’azione “dal basso”, di un’iniziativa dietro la quale, cioè, si intravede il sostegno di un’intera comunità che, senza alcuna intermediazione, è riuscita a scalfire il vero e proprio “muro di gomma” che su questo argomento è stato innalzato da diversi decenni. Nessuno, d’ora in poi, potrà più usare espressioni, falsamente rassicuranti, come “vedremo”, “faremo”, “ci attiveremo” senza rischiare di confrontarsi con una controparte, in questo caso il Comitato spontaneo, che ha tutta l’intenzione di non accettare più aria fritta e promesse perdutesi, sin’ora, nel vento delle convenienze e dei proclami da campagna elettorale.
Che tiri ormai un’aria nuova sulla annosa “vertenza 106” lo si è capito benissimo martedì scorso, quando, un nutrito drappello di crotonesi giunti a Roma, a bordo di due pullman messi a disposizione dal Comitato, ha sfilato in corteo, dietro vistosi striscioni, da piazza Venezia fino a Palazzo Chigi, sede del governo. E se la manifestazione è stata pacifica e ha espresso toni assolutamente civili, ciò non di meno ne è stata pienamente compresa la finalità: gridare un sonoro “basta” a nuovi, estenuanti rinvii: non c’è finanziaria che tenga, è ormai ora che il “megalotto 9” della statale jonica, alternativo all’attuale tracciato e ralizzato secondo criteri autostradali, sia messo in cantiere.
A Roma, con Nando Amoruso, hanno, partecipato alla protesta Roberto Salerno, presidente della Camera di commercio; Pino De Tursi segretario provinciale della Cisl; Tonino Bompignani per la Coldiretti, l’assessore Dattolo per il Comune di Rocca di Neto, i rappresentanti del Comune di Cirò Superiore (unico ente presente con il gonfalone), una delegazione del “Gruppo Mandatoriccio nel cuore”, “Insieme ce la possiamo fare” e “Terra di Mezzo”, mentre ha assicurato il pieno appoggio all’iniziativa il sindaco di Crucoli, Sicilia. Tutti, insieme, per il futuro di questa fetta consistente di Calabria Jonica, geograficamente tagliata fuori dall’unità Italia a causa di una “non strada” che ne fa tuttora una vera e propria isola negletta; un Sud nel Sud nel quale non è raccomandabile avventurarsi se non a sprezzo del pericolo: non è, purtroppo, un caso del destino che, lunedì 22 settembre, solo qualche ora prima della partenza dei pullman per Roma, la “106” abbia mietuto un’altra vittima, un uomo di 42 anni residente in Lombardia ma originario di Crotone, proprio nel tratto di cui si chiede l’ammodernamento. Un ulteriore monito per chi, a livello istituzionale e politico, è chiamato a prendere delle decisioni. E, anche, al più presto.
Dopo che il corteo è giunto davanti a Palazzo Chigi, una delegazione dei manifestanti, il presidente Amoruso a capo, è stata invitata a raggiungere il ministero delle Infrastrutture, a Porta Pia, ricevuta dal segretario particolare del ministro, Altero Matteoli, e al quale è stato simbolicamente consegnato un quadro raffigurante la statale “106”, punteggiata, così come purtroppo la vediamo percorrendone i quasi 500 chilometri di lunghezza, dalle tante, troppe croci degli incidenti mortali. Alla nuova, perentoria richiesta di fare presto, ha fatto seguito l’impegno del capo dipartimento dell’area tecnica di incontrare il Comitato “pro 106” “per verificare lo stato dell’arte e pianificare il relativo reintervento finanziario”. Ciò in attesa, come giustamente ha fatto rilevare il presidente della Camera di commercio, Roberto Salerno, che “tutti i comuni provvedano all’adozione delle delibere di competenza” per quel che attiene ai tracciati proposti dall’Anas. Come dire: aiutati che Dio ti aiuta.