Cronaca

Indignati con ritardo

Quattro anni e mezzo dopo che su queste colonne era stata data notizia, con ampio risalto, degli accertamenti fatti dal Nisa, in ordine all’utilizzo di scorie provenienti dall’ex stabilimento Pertusola Sud, giovedì mattina, con un ampio impiego di forze di polizia, sono state sottoposte a sequestro preventivo le 18 aree che sarebbero state contaminate da rifiuti pericolosi. Peccato che sia stato necessario attendere cinquantaquattro lunghi mesi per adottare un provvedimento che rischia di essere inutile. Eppure sarebbe bastato che qualcuno leggesse (senza lenti deformanti) quanto pubblicato dal collega Francesco Pedace sul numero del 26 marzo 2004 di questo giornale, per informarsi sull’accaduto. Già da tempo, quasi quattro anni prima della scoperta, il procuratore Franco Tricoli ed il sostituto Federico Somma avevano notificato al ministero dell’Ambiente la presenza di siti inquinati nel centro urbano, sollecitando la messa in sicurezza immediata delle aree contaminate.

Quattro anni e mezzo dopo che su queste colonne era stata data notizia, con ampio risalto, degli accertamenti fatti dal Nisa, in ordine all’utilizzo di scorie provenienti dall’ex stabilimento Pertusola Sud, giovedì mattina, con un ampio impiego di forze di polizia, sono state sottoposte a sequestro preventivo le 18 aree che sarebbero state contaminate da rifiuti pericolosi. Peccato che sia stato necessario attendere cinquantaquattro lunghi mesi per adottare un provvedimento che rischia di essere inutile. Eppure sarebbe bastato che qualcuno leggesse (senza lenti deformanti) quanto pubblicato dal collega Francesco Pedace sul numero del 26 marzo 2004 di questo giornale, per informarsi sull’accaduto.
Già da tempo, quasi quattro anni prima della scoperta, il procuratore Franco Tricoli ed il sostituto Federico Somma avevano notificato al ministero dell’Ambiente la presenza di siti inquinati nel centro urbano, sollecitando la messa in sicurezza immediata delle aree contaminate. È evidente che né il ministero dell’Ambiente, né il commissario delegato per l’emergenza ambientale in Calabria hanno mosso un dito. Ed ora, solo ora, si registra l’indignazione di rappresentanti delle istituzioni e della politica, come se la notizia apparsa sul giornale più diffuso della provincia, non fosse stata letta da alcuno. Una indignazione a scoppio ritardato e, quel che è peggio, per una vicenda che rischia di fare la fine di tante altre vicende giudiziarie il cui esito finale è affidato all’istituto della prescrizione, ovvero un salvacondotto per chi commette reati e non subisce alcuna sanzione.
“Che rifiuti tossici siano stati utilizzati per costruire scuole frequentate da bambini, fa venire la pelle d’oca – dichiara Marco Minniti, segretario regionale del Pd e ministro dell’Interno del Governo ombra -. Bisogna immediatamente attivare, intanto, tutte le verifiche e le iniziative per mettere in sicurezza la salute dei bambini e dei cittadini. Ed è necessario – conclude Minniti – che magistrati ed investigatori, ai quali deve andare il ringraziamento di tutti noi, possano fare presto nell’accertare fino in fondo la realtà e tutte le responsabilità”.
Parla di mancato controllo la senatrice Dorina Bianchi, che pure in quegli anni sedeva già in Parlamento, proprio in rappresentanza del collegio di Crotone, ma l’interrogazione l’ha presentata solo oggi che c’è stato il sequestro da parte della magistratura. C’è da ritenere che la senatrice, allora deputato, non si sia accorta di ciò che accadeva a Crotone, di ciò che la Procura aveva già fatto e delle denunce giornalistiche.
Nemmeno in Provincia, nel 2004, si sono accorti di ciò che era stato “scoperto” e del danno ambientale che sarebbe stato provocato al territorio. Né il subentrato presidente Sergio Iritale ha mai saputo niente di questa vicenda, ma ora parte lancia in resta e si prepara a far costituire l’ente come parte civile in un processo che è già segnato dal tempo, come se questo bastasse per “chiamarsi fuori” da una vicenda che era all’attenzione di tutti, ma che in otto anni non ha fatto un sol passo avanti, tranne il sequestro di ieri.
Domenico Napolitano