Cronaca

Fassino a Crotone: No al partito del Sud

Parla del Paese e della crisi, ma anche della forma-partito e della leadership regionale calabrese. Sostiene che “con la destra al governo, il Mezzogiorno è posto ai margini dell’agenda politica” e che “a scegliere chi sarà il candidato alla presidenza della Regione saranno i cittadini attraverso le primarie”. Piero Fassino, coordinatore nazionale della mozione Franceschini, parla per oltre un’ora al Costa Tiziana di Crotone, lunedì sera, per presentare i temi caldi al centro del dibattito congressuale del Partito democratico.

Parla del Paese e della crisi, ma anche della forma-partito e della leadership regionale calabrese. Sostiene che “con la destra al governo, il Mezzogiorno è posto ai margini dell’agenda politica” e che “a scegliere chi sarà il candidato alla presidenza della Regione saranno i cittadini attraverso le primarie”.
Piero Fassino, coordinatore nazionale della mozione Franceschini, parla per oltre un’ora al Costa Tiziana di Crotone, lunedì sera, per presentare i temi caldi al centro del dibattito congressuale del Partito democratico. Alla platea lancia il suo richiamo per il sud, dove “una società debole deve fare i conti con una politica debole e l’unico punto di forza sembrano le istituzioni, ma in questo quadro il rischio è che i partiti si trasformino in una giungla di comitati elettorali costruiti attorno agli assessori e ai consiglieri”.
L’apertura è una panoramica a tutto tondo sulla crisi economica, “che è in atto, nonostante il presidente del Consiglio ci proponga una versione edulcorata della realtà; mentre cresce la disoccupazione e aumenta il debito pubblico, il Governo dice no alle proposte del Pd di assegnare 500 euro al mese a chi perde il lavoro e di un alleggerimento fiscale sui redditi più bassi”.
Il congresso – rilancia Fassino – è importante per discutere cinque temi, la guida, il progetto, il partito, le alleanze, l’organizzazione regionale. Dunque spiega le ragioni per cui lui, ex segretario Ds, promuove la conferma di Dario Franceschini alla guida del Pd, “perché meglio sa rappresentare agli italiani che il Pd continuerà la sua esperienza sulle basi dell’unione di più culture e provenienze”, pur rilevando che “Bersani e Marino sono dirigenti di qualità e, chiunque sarà eletto, sarà un buon segretario”.
Nel suo intervento parla di fiducia, regole, uguaglianza, merito. Tutti valori da riscoprire e che “al Mezzogiorno assumono un significato più profondo”, ma non condivide l’utilità di un partito del sud, che “con l’esasperazione leghista del nord sono due facce della stessa medaglia”.
Dunque le alleanze per le regionali di marzo 2010: “Nessuno pensa di andare da soli – avverte – ma le alleanze vanno costruite sui programmi, in base alla specificità dei territori e fatte prima di andare al voto”. Secondo uno schema che suona così: prima “un confronto tra le forze protagoniste delle esperienze di governo uscenti, poi guardare all’esterno e alla praticabilità di un’alleanza con altri soggetti, e specificamente con l’Udc”. Sul caso della Calabria, “avete approvato una legge che prevede l’obbligatorietà delle primarie – dice – quindi a decidere saranno i cittadini attraverso questo strumento”.
Ad accogliere e salutare Fassino con applausi c’è la platea che si riconosce nella mozione Franceschini. In prima fila è seduto il consigliere regionale Enzo Sculco, ci sono i coordinatori provinciali dei Demokratici e dell’Araba fenice, e vari dirigenti provinciali. Seduto a metà della sala, è presente anche l’ex presidente Sergio Iritale.
L’iniziativa è stata introdotta dal segretario cittadino Dario Cerminara e dalla presidente dell’assemblea provinciale del Pd, Marianna Caligiuri. È intervenuto anche il presidente di Unioncamere Calabria, Roberto Salerno, che ha parlato di “disattenzione dell’attuale governo nazionale per la Calabria” ed ha invitato il Pd a sostenere le piccole e medie imprese.
GAETANO LIPEROTI