Cronaca

Il Consiglio povinciale dice no alle discariche

Un no unanime alla realizzazione di qualsiasi impianto di discarica a Giammiglione ed in tutto il territorio provinciale.

Un no unanime alla realizzazione di qualsiasi impianto di discarica a Giammiglione ed in tutto il territorio provinciale. È questo il risultato scaturito da circa due ore e mezza di dibattito nel Consiglio provinciale di Crotone che il presidente Benedetto Proto ha convocato per l’11 settembre.
Un Consiglio preparato al dettaglio e che, dopo due giorni di lavori nelle Commissioni, ha portato all’attenzione dell’assemblea un documento nel quale sono spiegati molto approfonditamente i motivi del no alla discarica di Giammiglione e non solo.
Dopo l’inno nazionale e il minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime dell’11 settembre 2001, il presidente Benedetto Proto ha dato il via ai lavori spiegando che “si tratta di un Consiglio, voluto fortemente dal presidente Zurlo, che dovrà approvare una delibera, frutto dell’ottimo lavoro svolto nelle commissioni, nella quale si indica una posizione ferma e convinta contro le discarica, ma anche si avanza una proposta per superare l’emergenza”.
È toccato al presidente della giunta, Stanislao Zurlo (che ha anche le deleghe per l’ambiente) spiegare il perché fosse necessaria una immediata presa di posizione contraria: “L’accelerazione sul progetto di Veolia fatta dal Commissario per l’emergenza dei rifiuti ha obbligato il Consiglio provinciale a determinarsi contro la discarica con una risposta chiara. Siamo stati costretti – ha detto Zurlo – a far notificare alla Regione e all’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale questo atto deliberativo nel quale si esprime la nostra contrarietà a qualsiasi impianto di discarica a Giammiglione. All’ordinanza del Commissario abbiamo risposto con rilievi ed argomentazioni tecniche e siamo pronti a ricorrere in ogni modo contro l’eventualità di realizzare nel crotonese un’altra discarica. Il Commissario non ha fatto valutazioni tecniche. Nella sua ordinanza – ha evidenziato il presidente – ci sono contraddizioni che dobbiamo notificare alle autorità competenti anche per far venire fuori le responsabilità”.
Zurlo, spiegando che l’intento dell’Amministrazione provinciale è quello di aggiornare il piano di gestione dei rifiuti, ha poi ricordato l’alto numero di discariche già esistenti nel raggio di 5 chilometri da Crotone: “Noi riteniamo che nella nostra Provincia non servano altre discariche: neppure quella della bonifica della Pertusola chiesta da Syndial. E poi, perché la bonifica deve farla proprio Syndial e non si fa una gara. Il nostro territorio – ha ribadito Zurlo – ha già dato: non pretendiamo che la nostra spazzatura vada altrove, ma neppure vogliamo che altri ce la portino qui. Per questo non vogliamo che si aprino varchi per fare arrivare nel crotonese i rifiuti di altre parti della regione e dell’Italia”.
La parola è poi passata al consigliere del gruppo misto, Antonio Barberio che, considerata anche la sua esperienza nel settore (è il presidente di Akros) ha spiegato nei dettagli tecnici i motivi per i quali la discarica di servizi chiesta da Veolia, ma anche altri tipi di impianti (Syndial e Maio) non possono essere realizzate a Giammiglione.
“Il commissario Sottile – ha esordito Barberio – ha trattato la questione come se impianti simili a quello autorizzato a Veolia nella nostra provincia non ne esistano. Per altro l’ordinanza di Sottile è in aperto contrasto con i poteri affidati al commissario dal Presidente del Consiglio secondo il quale il Commissario deve solo ultimare gli impianti esistenti nel piano regionale dei rifiuti. Il commissario può individuare nuovi siti, ma deve avere il parere di sindaco e presidente della Provincia. E non mi pare che in questo caso li abbia chiesti per cui l’ordinanza è illegittima”.
Barberio, dopo aver ricordato che il sito di Giammiglione nel piano è indicato come sito noto perché nel 1998 lì si voleva creare la discarica per i fanghi del depuratore del Nucleo industriale, ha affermato: “Da quella data Giammiglione non ha avuto più pace ed è sempre stato indicato come sito adatto a discariche. Non è vero. Anche perché c’è un parere del Ministero dell’ambiente del 2001 che individua 21 prescrizioni, dai vincoli idrogeologici a quelli archeologici, che dovevano essere chiarite. Nessuno ha mai risposto”.
Barberio ha anche sottolineato che dal 1998 al 2009 il sito è cambiato anche per la costruzione della centrale turbogas il cui vapore in eccesso dovrebbe servire alle aziende agroalimentari che dovrebbero impiantarsi nella zona: per questo fine, ha ricordato Barberio, la Regione aveva approvatoe finanziato nel 2002 un Apq e concesso due valutazioni di impatto ambientale che confermano la presenza nell’area di aziende agroalimentari: “Come è possibile – ha detto Barberio – dare la Via per questa iniziativa e poi scegliere il sito per allocarvi quasi sette milioni di metri cubi di immondizia?”.
Commentando l’ordinanza del commissario, Barberio è entrato nel vivo del problema della gestione dei rifiuti nel crotonese: “Le motivazioni di quell’ordinanza sono un vero e proprio falso ideologico fatto anche per colpa di funzionari dell’Ufficio che poi diventano dirigenti delle aziende che smaltiscono i rifiuti. Le criticità che Veolia ed il commissario descrivono non sono vere. La nostra criticità è solo nella differenziata e Veolia – ha aggiunto il consigliere e presidente di Akros – non ha mai voluto aprire la linea della differenziata che è stata finanziata con soldi pubblici. Alla nostra provincia, portando la differenziata a 30%, basterebbe far funzionare gli impianti per la differenziata di Veolia per ottenere l’autosufficienza nella gestione per 10 anni con gli impianti di smaltimento esistenti: con questi numeri, invece, la discarica di servizio prospettata dal Commissario potrebbe durare fino a 117 anni. A meno che questa non diventi una discarica di soccorso e allora dovremmo aspettarci la spazzatura di tutta la regione. L’autosufficienza diventa un punto fermo: se blindiamo la nostra provincia dalla spazzatura proveniente da fuori non avremo problemi”.
Barberio si è soffermato anche sulla discarica per la bonifica di Pertusola: “La bonifica può iniziare subito – ha detto il consigliere – perché abbiamo già nel territorio discariche autorizzate di 1,2 milioni di metri cubi per quel tipo di rifiuti”.
Quindi il consigliere Antonio Barberio ha sollevato dei sospetti: “A che servono discariche con capacità megagalattiche di abbancamento in un territorio senza più industrie? Che c’entra Maio? Perché è stato detto no a soggetti locali? Qui c’è qualcuno che sta giocando col nostro territorio”.
L’esaustivo intervento di Barberio ha lasciato poco spazio agli altri consiglieri sui temi tecnici. Così si è dato più spazio alla politica. Ubaldo Schifino, capogruppo del Pd, ha sottolineato la coesione delle forze politiche: “Questa unione dimostrata dal Consiglio è l’unica risposta seria a personaggi loschi che vorrebbero fare del nostro territorio un immondezzaio. Questa è la strada giusta per superare il clima torbido che c’è in città. La chiesa non ci ha aiutato – ha sottolineato Schifino -. Più che le giustificazioni avremmo preferito che si schierasse in prima linea come ha fatto in passato”.
Schifino, affermando che “non possiamo permettere al commissario di farsi sollecitare da faccendieri che hanno solo interesse per il business”, ha chiesto a Zurlo di ricorrere in tutte le sedi contro l’ordinanza.
Dopo Ferdinando Muto (Pdl), che ha chiesto di “fare fronte comune per far prevalere le ragioni del no contro poteri trasversali che non si arrenderanno pur di portare avanti i loro progetti criminosi”, ha parlato Giuseppe Frandina il quale ha sottolineato “il lavoro bipartisan fatto nelle commissioni come dimostrazione di sana politica e nuova gestione del territorio”.
“C’è la necessità di disegnare una nuova provincia – ha detto – puntando sul distretto agroalimentare di qualità il cui polo di eccellenza non può che svilupparsi a Giammiglione intorno alla centrale. Non possiamo più permetterci errori come accaduto in passato: la discarica a Giammiglione è un errore”.
Emilio De Masi (Idv) ha colto nell’unità d’intenti del Consiglio la strada per procedere verso una nuova politica ed ha chiesto a Zurlo “di recuperare il tavolo della regia istituzionale per dare un sussulto alla politica”. Il consigliere del Pdl, Raffaele Martino, ha sostenuto che dietro tutta l’operazione “ci sono uomini che non sono liberi, ma schiavi del dio denaro e che pur di accumulare ricchezze distruggono tutto”. Salvatore Lucà (Cdd) ha proposto di “assegnare la delega dell’ambiente ad un assessore vista l’importanza della vicenda in modo da non farsi sfuggire nulla”.
Giuseppe Pipita