Cronaca

Il Pm chiede la conferma delle condanne in appello

La conferma delle quattro condanne emesse in primo grado per due eclatanti omicidi di mafia avvenuti negli anni scorsi nel territorio crotonese è stata chiesta dal rappresentante della pubblica accusa nel processo appena iniziato davanti ai giudici della corte d’appello di Catanzaro.

La conferma delle quattro condanne emesse in primo grado per due eclatanti omicidi di mafia avvenuti negli anni scorsi nel territorio crotonese è stata chiesta dal rappresentante della pubblica accusa nel processo appena iniziato davanti ai giudici della corte d’appello di Catanzaro. Alla sbarra quattro giovani cutresi, componenti di opposti schieramenti, ritenuti responsabili dell’omicidio di Salvatore Blasco, ucciso davanti alla porta della sua abitazione a Cutro il 22 marzo del 2004, e del boss Antonio Dragone, caduto il 10 maggio di quello stesso anno in un agguato sulla vecchia statale 106.
Due delitti che, stando all’impianto accusatorio delineato dal pm della Dda Sandro Dolce e confermato dalla sentenza di primo grado, sono scaturiti dal violento scontro deflagrato all’interno della cosca mafiosa di Cutro “tra il capo storico Dragone Antonio e Grande Aracri Nicolino, colui che, approfittando della lunga detenzione del primo, ne ha preso il posto nella gestione degli affari criminosi della consorteria”. Uno scontro che ha portato “alla scissione definitiva tra le due famiglie e al sopravvento di Grande Aracri Nicolino” lasciando sul terreno numerose vittime e, alla fine, lo stesso boss Antonio Dragone.
Proprio per l’omicidio del vecchio boss, nel processo conclusosi il 31 luglio dello scorso anno in corte d’assise, al 32enne Giovanni Abramo sono stati inflitti 28 anni di reclusione. Per quanto riguarda i tre giovani accusati dell’omicidio Blasco la corte d’assise ha inflitto 23 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno al 22enne Antonio Dragone e al 26enne Giuseppe Ciampà; infine ha inflitto una condanna a 21 anni e 6 mesi di reclusione al 25enne Giovanni Oliverio. Condanne che ora il procuratore generale Giovanni Grisolia ha chiesto di confermare.
I tre giovani sono difesi dagli avvocati Luigi Colacino e Nico D’Ascola, Abramo dagli avvocati Salvatore Staiano e Gregorio Viscomi. Dopo la requisitoria del pg Grisolia il processo è stato rinviato al prossimo 5 novembre.
(d.p.)