Cronaca

Pavimenti di linoleum: l’Arpacal in ospedale

Ritorna d’attualità la vicenda dell’amianto all’ospedale civile. Lunedì scorso, prima dell’incontro sui fondi europei al ‘Lido degli scogli’, qualcuno ha fatto pervenire al presidente della Regione, Agazio Loiero, una vecchia relazione sulla presenza massiccia di pavimenti in linoleum al ‘San Giovanni di Dio’, scritta all’epoca della gestione Schael dall’epidemiologo Alessandro Bisbano e dall’ingegnere Giuseppe Putrì. Il governatore, in cerca di consensi per una eventuale ricandidatura alle prossime elezioni regionali, non si è lasciato sfuggire l’occasione ed il giorno dopo ha rilanciato annunciando alle agenzie di stampa regionali di aver dato mandato al Dipartimento Arpacal di Crotone di “verificare se realmente i pavimenti siano stati realizzati con materiali contenenti amianto”. “Sono molto allarmato per quanto mi è stato riferito e che era già a conoscenza dell’Asp.

Ritorna d’attualità la vicenda dell’amianto all’ospedale civile. Lunedì scorso, prima dell’incontro sui fondi europei al ‘Lido degli scogli’, qualcuno ha fatto pervenire al presidente della Regione, Agazio Loiero, una vecchia relazione sulla presenza massiccia di pavimenti in linoleum al ‘San Giovanni di Dio’, scritta all’epoca della gestione Schael dall’epidemiologo Alessandro Bisbano e dall’ingegnere Giuseppe Putrì. Il governatore, in cerca di consensi per una eventuale ricandidatura alle prossime elezioni regionali, non si è lasciato sfuggire l’occasione ed il giorno dopo ha rilanciato annunciando alle agenzie di stampa regionali di aver dato mandato al Dipartimento Arpacal di Crotone di “verificare se realmente i pavimenti siano stati realizzati con materiali contenenti amianto”.
“Sono molto allarmato per quanto mi è stato riferito e che era già a conoscenza dell’Asp. Per questo ho incontrato il direttore dell’Arpacal, professor Enzo Mollace, al quale ho chiesto che vengano avviate subito le attività di caratterizzazione per potere, eventualmente, adottare i necessari provvedimenti”, ha detto Loiero. “L’allarme ambientale su Crotone ha bisogno di risposte certe e immediate con interventi di bonifica dei siti inquinati, quelli noti e quelli ancora non noti. È un’area che ha pagato un prezzo altissimo in termini ambientali. La Regione la sua parte l’ha fatta e la farà, e nessuno può pensare di defilarsi”.
La vicenda del pavimento all’amianto nell’ospedale civile va avanti dal 2002, quando venne avviata la bonifica dei tubi, soprattutto nei sotterranei, rivestiti con la micidiale fibra di asbesto, nell’ambito di un primo lotto di lavori al quale avrebbe dovuto seguire una seconda fase per lo smantellamento delle vecchie piastrelle in linoleum che ancora oggi, a distanza di quarant’anni dalla costruzione dell’ospedale, sono presenti nella maggior parte dell’edificio. Dal quel lontano 2002, durante il quale ci occupammo di questa vicenda ricevendo anche un ‘richiamo’ dall’allora direttore generale, Marcello Furriolo, il linoleum è rimasto infatti al suo posto, tranne che a qualche piano dove le piastrelle sono state sostituite a seguito di interventi di ristrutturazione di interi reparti.
La vicenda è ritornata a galla all’inizio del 2006, durante la gestione di Thomas Schael, quando apparve su queste colonne un intervento dell’ex responsabile del Dipartimento attività direzionali, Giuseppe Ciampà, il quale sollecitava al nuovo direttore generale la rimozione dei rivestimenti in amianto, ricordando che “tale materiale è largamente presente in alcuni elementi architettonici delle strutture sanitarie appartenenti a questa azienda: ospedali di Crotone, San Giovanni in Fiore e presidio di Mesoraca. Il suo impiego – spiegava Ciampà – è maggiormente diffuso nei vari presidi ospedalieri quale materiale estremamente resistente agli acidi, alla fusione e combustione, ed è utilizzato massivamente come isolante per le condutture termiche ed elettriche”. Alla luce dell’“elevata tossicità delle sue polveri infettive e, segnatamente, anche per i suoi effetti cancerogeni”, l’ex dirigente sottolineava “l’assoluta necessità” di rimuovere la presenza di amianto dall’ospedale “sotto ogni forma esso si esponga”.
(f.ped.)