Cronaca

Screening positivi, studenti contaminati

È arrivata l’ora della verità, giovedì 24 settembre la Procura della Repubblica ha reso noti i risultati degli screening effettuati su alunni e studenti delle due scuole della città (‘Alcmeone’ e ‘Lucifero’) sottoposte a sequestro preventivo nell’ambito dell’indagine ‘Black mountains’ e contenuti nella relazione finale inerente agli ‘accertamenti circa l’esistenza di eventuali contaminazioni da parte di materiali tossico-nocivi ricompresi nel cubilot ai danni della popolazione scolare di cui a siti in sequestro’. A parlare è stato Sebastiano Andò, preside della facoltà di Farmacia dell’Università della Calabria, al quale la Procura aveva commissionato la verifica degli effetti e delle eventuali conseguenze legate all’esposizione ai metalli pesanti, presenti nel sottosuolo degli istituti interessati, sulla salute degli alunni.

È arrivata l’ora della verità, giovedì 24 settembre la Procura della Repubblica ha reso noti i risultati degli screening effettuati su alunni e studenti delle due scuole della città (‘Alcmeone’ e ‘Lucifero’) sottoposte a sequestro preventivo nell’ambito dell’indagine ‘Black mountains’ e contenuti nella relazione finale inerente agli ‘accertamenti circa l’esistenza di eventuali contaminazioni da parte di materiali tossico-nocivi ricompresi nel cubilot ai danni della popolazione scolare di cui a siti in sequestro’.
A parlare è stato Sebastiano Andò, preside della facoltà di Farmacia dell’Università della Calabria, al quale la Procura aveva commissionato la verifica degli effetti e delle eventuali conseguenze legate all’esposizione ai metalli pesanti, presenti nel sottosuolo degli istituti interessati, sulla salute degli alunni. Ma quelle usate da Andò nel comunicare l’esito di quelle analisi, su cui tutti gli occhi e le orecchie di una città in ansia erano puntati, sono state espressioni scientifiche complesse, a tratti anche poco chiare e forse volutamente fuorvianti per orecchie profane con l’intento di evitare di generare allarme, che hanno comunque fatto trapelare uno stato di preoccupazione molto elevato. E, infatti, è sembrato che si sia cercato in tutti i modi di rendere più dolce la pillola, evitando alla pubblica opinione la consapevolezza di una grave catastrofe ambientale che impedirebbe di gestire con lucidità la situazione, ma contestualmente mettendo al corrente del fatto che ormai è certo: il problema c’è e rappresenta un pericolo reale. Dunque serve affrontarlo e la strada indicata è stata soprattutto quella della cautela e della prevenzione.
Ora quei genitori che hanno atteso con ansia questo giorno e che proprio nell’ultimo periodo con particolare insistenza hanno chiesto di vedere rispettato il loro diritto ad essere informati sanno per certo che sui capelli, nell’urina e nel sangue dei loro figli è stata riscontrata la presenza di metalli pesanti: nichel, cadmio e arsenico, ma anche zinco, uranio e piombo. Queste sostanze tossiche, purtroppo rilevate su un campione di 290 alunni crotonesi, possono essere considerate un sottoprodotto dei processi di estrazione dello zinco, quindi la loro è una presenza coerente con il passato industriale della città.
Dopo aver illustrato le strategie scientifiche con cui è stata condotta l’indagine, Andò ha finalmente rivelato: “i livelli serici di metalli pesanti riscontrati nel siero biologico, nelle urine e sui capelli dei soggetti che hanno frequentato le scuole sottoposte a sequestro dalla Procura (Alcmeone e Lucifero) sono risultati di gran lunga superiori a quei livelli invece riscontrati in studenti appartenenti ad altre scuole (Pitagora e Bernabò) e che hanno costituito solo dei gruppi di controllo”.
Ma nel dare questa triste notizia l’esperto ha comunque provato a tranquillizzare gli animi dicendo che “si tratta di metalli contraddistinti dal processo di bioconservazione in determinati tessuti, però – ha aggiunto – questo non vuol dire che ci sia un’emergenza tossicologica, sebbene non si può negare che vada valutato e prevenuto seriamente l’effetto dell’esposizione tossica”. Inoltre, al momento, né la Procura, né l’équipe di Andò sono nelle condizioni di poter ammettere con certezza, come lo stesso Andò ha spiegato “l’esistenza di un link diretto tra l’esposizione a questi metalli pesanti e la diffusione di patologie tumorali nel territorio: è impossibile farlo in assenza di un registro dei tumori”.
Certo è che l’esposizione alle sostanze tossiche riscontrate nelle analisi di quel campione di studenti, compromette importanti funzioni dell’organismo, come le attività enzimatiche, quelle psicomotorie, le funzioni gastroenteriche, renali, epatiche, la salubrità dei tessuti ossei e che nel lungo periodo potrebbero esserci delle conseguenze. “Finora – ha però ribadito Andò – non abbiamo rilevato alterazioni funzionali clinicamente riferibili alle problematiche ambientali”.
Nulla esclude comunque che ciò possa accadere in seguito. E proprio per questo motivo Andò ha sostenuto che la cosa più opportuna da fare è sottoporre i soggetti che sono stati esposti a questi metalli pesanti a dei check up periodicamente, “soprattutto – ha precisato Andò – con riferimento alle funzioni renali, epatiche, gastroenteriche e ai tessuti ossei. Sono da attuare – ha aggiunto preoccupato – misure preventive, lo si faccia con serenità, ma si tenga presente che è necessario”.
In realtà la cautela non sembra essere consigliata solo per gli studenti e gli alunni della Ragioneria e dell’Alcmeone, ma per tutti gli abitanti di questa città, infatti anche il procuratore della Repubblica di Crotone, Raffaele Mazzotta, ha sostenuto: “non mi sento di escludere che ci siano anche altre scuole o strutture pubbliche nelle stesse condizioni, perché tutto il territorio è stato violentato”. A confermare che il problema riguarda tutti è anche la presenza di arsenico rilevata nelle acque: “va prestata attenzione – ha commentato il procuratore Mazzotta – pure all’inquinamento della falda acquifera, che comporta rischi per l’intero territorio e la catena alimentare”.
Angela De Lorenzo