Cronaca

Il giovane somalo è stato investito due volte

Quarantotto ore di indagini serrate, senza tralasciare nulla partendo da un unico, piccolo, indizio trovato sulla scena del crimine. In questo modo gli uomini della sezione di Polizia stradale di Crotone sono riusciti a individuare il pirata che lo scorso venerdì 16 ottobre ha investito un ragazzo somalo di 23 anni sulla statale 106 all’altezza dell’aeroporto Sant’Anna per poi dileguarsi. L’indagine ha portato alla denuncia a piede libero di un uomo di Crotone, S.U. di 53 anni, disoccupato che al momento dell’incidente era alla guida di una Opel Astra, risultata per giunta priva di assicurazione (tagliando falso).

Quarantotto ore di indagini serrate, senza tralasciare nulla partendo da un unico, piccolo, indizio trovato sulla scena del crimine.
In questo modo gli uomini della sezione di Polizia stradale di Crotone sono riusciti a individuare il pirata che lo scorso venerdì 16 ottobre ha investito un ragazzo somalo di 23 anni sulla statale 106 all’altezza dell’aeroporto Sant’Anna per poi dileguarsi.
L’indagine ha portato alla denuncia a piede libero di un uomo di Crotone, S.U. di 53 anni, disoccupato che al momento dell’incidente era alla guida di una Opel Astra, risultata per giunta priva di assicurazione (tagliando falso). L’uomo è accusato di essersi sottratto alle forze di polizia e, soprattutto, di omissione di soccorso, un reato per il quale è previsto l’arresto in caso di flagranza, misura che, però, non è stato possibile applicare in quanto la Polizia stradale è giunta all’identificazione del pirata della strada dopo 48 ore.
Le modalità attraverso le quali si è giunti alla denuncia dell’investitore sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede della sezione di Polizia stradale di Crotone dal comandante Renato Alfano il quale ha spiegato che gli agenti sono giunti sul luogo dell’incidente solo un’ora dopo l’accaduto in quanto non erano stati avvisati. È stata un’indagine iniziata al buio, ha aggiunto Alfano, poiché la stradale aveva pochi elementi sui quali lavorare. Anche la ricerca di testimoni tra gli altri ospiti del centro di accoglienza è risultata vana.
Perciò, gli agenti della Stradale hanno battuto palmo a palmo la zona dell’incidente trovando alcuni resti dell’auto rotti nell’impatto con il corpo del ventitreenne. In particolare, grazie ad un pezzo dello specchietto retrovisore sinistro, sul quale era impresso un codice alfanumerico, si è potuto risalire a marca e anno di fabbricazione dell’autovettura.
Individuato il modello attraverso i database della Polizia, gli agenti hanno iniziato a visionare le riprese delle telecamere della videosorveglianza della città di Crotone. Oltre 4000 passaggi di autoveicoli sono stati visionati dai poliziotti che alla fine hanno trovato l’autovettura che cercavano. “Abbiamo anche le immagini – ha detto Alfano – dell’Opel Astra prima e dopo l’incidente”.
Identificato il proprietario, è scattato un controllo sui centri di ricambio e, proprio in uno del negozi di Crotone l’uomo è stato beccato dagli agenti della polizia giudiziaria. A quanto pare il 53enne si è inizialmente giustificato dicendo di essere andato a sbattere contro un albero; poi davanti all’evidenza delle prove in mano alla Polizia ha ammesso la sua colpa.
Dalle condizioni dell’Opel Astra è stato possibile anche ricostruire la dinamica dell’incidente: l’autoveicolo ha danni da impatto al faro anteriore ed allo specchietto del lato guida e ciò lascia supporre che il somalo sia stato investito mentre attraversava la strada che in quella zona è priva di qualsiasi illuminazione. Lo scontro con l’auto (che procedeva verso Crotone) ha sbalzato l’uomo sull’altra corsia (direzione Catanzaro) dove arrivava un’altra vettura che, anche in base alle ferite sul corpo del giovane, gli sarebbe passata sopra.
(g.p.)