Cronaca

Reddito minimo a Isola Capo Rizzuto, il ministero rivuole i soldi dal Comune

Isola Capo Rizzuto - La scure del Reddito minimo continua ad abbattersi su Isola Capo Rizzuto e, in particolare, sulle casse comunali. In questi anni, per la sperimentazione del Reddito minimo d’inserimento (Rmi) si è parlato del “caso Isola Capo Rizzuto” come del risultato di una radicata prassi di assistenzialismo mal gestita che, invece di diventare occasione di riscatto, è diventata motivo principale dello scioglimento del Consiglio comunale nel 2003. Sulla vicenda c’è stata un’indagine della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti sfociata nell’accusa agli amministratori succedutisi negli anni di danno erariale per oltre 22 milioni di euro. Ma la ‘maledizione’ Rmi è ancora motivo di grande preoccupazione e fermento tra gli attuali amministratori che sono costretti ad occuparsi in maniera urgente della restituzione al ministero del welfare dei fondi Rmi non utilizzati. E non si tratta di pochi euro.

Isola Capo Rizzuto – La scure del Reddito minimo continua ad abbattersi su Isola Capo Rizzuto e, in particolare, sulle casse comunali. In questi anni, per la sperimentazione del Reddito minimo d’inserimento (Rmi) si è parlato del “caso Isola Capo Rizzuto” come del risultato di una radicata prassi di assistenzialismo mal gestita che, invece di diventare occasione di riscatto, è diventata motivo principale dello scioglimento del Consiglio comunale nel 2003.
Sulla vicenda c’è stata un’indagine della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti sfociata nell’accusa agli amministratori succedutisi negli anni di danno erariale per oltre 22 milioni di euro.
Ma la ‘maledizione’ Rmi è ancora motivo di grande preoccupazione e fermento tra gli attuali amministratori che sono costretti ad occuparsi in maniera urgente della restituzione al ministero del welfare dei fondi Rmi non utilizzati. E non si tratta di pochi euro.
Una situazione drammatica e preoccupante, quella legata all’Rmi ed ai fondi che il Comune deve restituire al Ministero che va ad impattare in maniera ancor più pressante sulla grave crisi finanziaria e gestionale nella quale l’Ente versa da tempo.
Ma vediamo cosa sta accadendo. Nella fase sperimentale del Decreto legislativo 237/98 nel quale era stato inserito anche il Comune di Isola Capo Rizzuto, sono stati regolarmente accreditati da parte dello Stato – nel periodo compreso tra il 1998 e il 2002 – oltre 36 milioni e 200 mila euro, mentre il totale generale dei pagamenti avvenuti dal 1999 in poi è pari, alla data odierna, ad oltre 33 milioni e 500 mila euro. I soldi non utilizzati al 30 giugno 2007, quantificati dalla Procura regionale della Corte dei Conti, oltre 2 milioni e 600 mila euro, devono essere restituiti al ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Solo che nelle casse del Comune questi soldi non ci sono e per questo l’attuale Giunta comunale ha dovuto emanare un apposito atto deliberativo con il quale è stato disposto di “autorizzare il responsabile dell’ufficio finanziario dell’Ente all’utilizzo delle entrate a specifica destinazione per il pagamento di spese correnti durante l’esercizio in corso, in quanto tutta la disponibilità di cassa presso la Tesoreria, servirà per ricreare il fondo Rmi da restituire al ministero del lavoro”.
Insomma, tutti i soldi che entrano in Comune giorno per giorno devono essere usati per pagare le spese quotidiane perché quelli che sono nelle casse dell’ente devono essere accantonati per pagare il debito col ministero.
Un’attività focalizzata sul recupero di risorse per ripianare una situazione finanziaria drammatica e per rimpinguare un capitolo trovato inesorabilmente vuoto.