Cultura e spettacoli

Stagione teatrale inaugurata con lezioni ironiche sugli amori finiti

Un teatro pieno e divertito, che con soddisfazione, a fine spettacolo, ha potuto tributare un applauso scrosciante e sentito. Così è iniziata, sotto i migliori auspici, la stagione teatrale a Crotone. Luca Barbareschi (nella foto) e Chiara Noschese, che hanno inaugurato il cartellone proposto dal Teatro stabile di Calabria con ‘Il caso di Alessandro e Maria’, sono piaciuti senza ombra di dubbio, tanto da generare l’aspettativa di una stagione con i fiocchi. Sul palco, infatti, la commedia in due atti di Giorgio Gaber e Alessandro Luporini è stata interpretata da due attori dotati di indiscusse qualità teatrali, che all’Apollo hanno sfoderato tutta la loro professionalità: encomiabili le capacità vocali di Chiara Noschese, che, cantando in maniera coinvolgente diversi brani romantici, si è rivelata una vera sorpresa per il pubblico.

Un teatro pieno e divertito, che con soddisfazione, a fine spettacolo, ha potuto tributare un applauso scrosciante e sentito. Così è iniziata, sotto i migliori auspici, la stagione teatrale a Crotone. Luca Barbareschi (nella foto) e Chiara Noschese, che hanno inaugurato il cartellone proposto dal Teatro stabile di Calabria con ‘Il caso di Alessandro e Maria’, sono piaciuti senza ombra di dubbio, tanto da generare l’aspettativa di una stagione con i fiocchi.
Sul palco, infatti, la commedia in due atti di Giorgio Gaber e Alessandro Luporini è stata interpretata da due attori dotati di indiscusse qualità teatrali, che all’Apollo hanno sfoderato tutta la loro professionalità: encomiabili le capacità vocali di Chiara Noschese, che, cantando in maniera coinvolgente diversi brani romantici, si è rivelata una vera sorpresa per il pubblico. Ma la figlia del grande imitatore Alighiero Noschese, al di là della voce, ha dimostrato di essere una brava attrice anche grazie all’ironia con cui ha saputo condire tutta l’interpretazione, rendendola leggera e divertente. Ed esilarante è stato anche l’onorevole Barbareschi, che a teatro rende molto di più di quanto non gli riesca in televisione e forse anche in Parlamento, visto che è sempre impegnato sui palchi di tutta Italia. Un’accoppiata vincente, insomma, che, nonostante abbia dominato da sola la scena per circa due ore, non è mai risultata noiosa, ma anzi molto divertente.
In realtà tutto lo spettacolo in sé è molto leggero, non affronta grandi temi di interesse generale, ma piuttosto la dimensione individuale e dei sentimenti, che, però, senza una chiave di lettura ironica sarebbe troppo triste affrontare. Le relazioni finite male, i sogni d’amore abortiti, le separazioni dolorose… Sono lo ‘scheletro’ che purtroppo si trova nell’armadio un po’ di tutti e che solitamente si cerca di relegare all’oblio per andare avanti, ma che inevitabilmente lascia un segno nell’esistenza di ognuno.
‘Il caso di Alessandro e Maria’ è uno spettacolo che, invece, nella sua leggerezza, fa venire la voglia di mettere da parte i rancori e di prendere il buono dalle relazioni passate che nel tempo si trasformano, ma conservano, nonostante tutto, sempre l’affetto, se non altro per il ricordo della condivisione di una parte del proprio percorso esistenziale e perché, come cantava proprio Chiara Noschese, indipendentemente dalla volontà “il ricordo dell’amore continua a viaggiare nelle teste”.
E infatti Alessandro e Maria sono due ex amanti, che si incontrano dopo tanto tempo e dialogano in maniera intima e drammatica, cadendo però in una comicità leggera e surreale. Si raccontano la loro vita presente, ma inevitabilmente ritornano al loro antico amore come se il tempo non fosse mai trascorso. Sono due personaggi veri, autentici e, allo stesso tempo, buffi e infantili: Maria insoddisfatta, timida, apprensiva, puerile e compiaciuta di esserlo; Alessandro insicuro, vigliacco, geloso, moralista e pieno di sé, anche lui rimasto un po’ bambino.
Alessandro e Maria si confidano ritrovandosi cambiati e invecchiati, ma inevitabilmente sotto certi aspetti si riconoscono l’un l’altro, in virtù dei ricordi, nei pregi e nei difetti rimasti uguali. E tornano così la nostalgia e i rimorsi, ma anche la rabbia nei confronti di un grande amore, forse l’unico e il più importante, che non è riuscito a guadagnarsi l’eternità. Ed è qui che il ricordo e la tristezza si trasformano in una lezione del passato, che insegna in quali errori vale la pena non ricadere, anche se quella storia non c’è più e il tempo non può tornare indietro, almeno per salvare il futuro ed il presente.