Cronaca

Gli operai dell’ex Sasol donano attrezzi alla Madonna

Sul sagrato della basilica cattedrale ad attendere le autorità civili e militari e l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, domenica mattina c’è monsignor Ezio Limina, rettore della Basilica, intitolata a San Dionigi, in cui si conserva preziosamente la grande icona bizantina della Vergine di Capocolonna.

Sul sagrato della basilica cattedrale ad attendere le autorità civili e militari e l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, domenica mattina c’è monsignor Ezio Limina, rettore della Basilica, intitolata a San Dionigi, in cui si conserva preziosamente la grande icona bizantina della Vergine di Capocolonna. È il giorno della solenne liturgia pontificale, presieduta da monsignor Domenico Graziani con la partecipazione del Capitolo cattedrale, il giorno della festa in cui la città, con la sua maggiore rappresentanza istituzionale, offre il cero votivo alla sua patrona, si inchina davanti a colei che conserva le chiavi dei cuori dei crotonesi, a cui tutti si rivolgono in cerca di protezione, aiuto e incoraggiamento, primariamente quando sono in crisi, in situazione di disagio, di fragilità spirituale e materiale.
Inaspettatamente, complice forse la fantastica giornata di sole, la basilica cattedrale non è gremita di fedeli come al solito, come ci si aspetterebbe in uno dei momenti più importanti delle celebrazioni in onore della Madonna. La gente, per carità, c’è, ma, come è accaduto per la processione del giorno precedente, che ha attraversato le principali vie cittadine, la percezione è di una minore partecipazione di popolo! A pelle si sente lo sconforto per la situazione economica nazionale e locale, che sembra aver frenato quest’anno l’entusiasmo, il coinvolgimento rispetto alle manifestazioni che accompagnano i festeggiamenti mariani.
Eppure, chi ha seguito il percorso della processione del sabato pomeriggio dalla basilica cattedrale fino all’Ospedale civile (dove c’è stata la consueta, commovente stazione con i malati del ‘San Giovanni di Dio’) e ritorno, è stato senza dubbio colpito da una novità, abbozzata negli anni scorsi, che si è concretizzata in questo: la santa Effige è stata portata per la prima volta a spalla non solo da uomini, ma anche da donne, tra le quali una, in particolar modo, ha attratto la curiosità di molti per la sua altezza e per i suoi colori, che denotavano la sua provenienza dall’Est dell’Europa.
In realtà, ai portantini maschi, già da un po’ di tempo sono state affiancate delle portantine, che finalmente hanno avuto ruolo all’interno di questa associazione, la cui guida spirituale è monsignor Bernardino Mongelluzzi, ed hanno potuto portare il dolce peso del Quadro, alternandosi nel tragitto con i loro compagni, un onore fino ad ora vietato al gentil sesso. Quindi, le pari opportunità, ancora una volta e a buona ragione, vincono sulle tradizioni, soprattutto per rendere il giusto omaggio alle donne, che all’interno della religione cristiana hanno avuto un posto privilegiato, scelte dal Signore come testimoni degli eventi più importanti del suo percorso terreno. E tra queste donne, la prima è proprio Maria di Nazareth, la madre amata, che è stata il naturale soggetto, l’argomento principale dell’omelia dell’arcivescovo nel corso del pontificale di domenica mattina.
Monsignor Graziani ha ribadito la grande devozione dei crotonesi per Maria di Capocolonna, una devozione che li rende speciali, modelli esemplari per tutti i cristiani, grazie alla quale, in generale, “i meridionali non sono visti solo come portatori di guai, ma innanzitutto come conservatori di grandi valori”. La Chiesa, perciò, ricorda spesso il trasporto della gente del Sud per la Madonna e per il suo tradizionale culto, che diventa parte integrante dell’esistenza stessa di un meridionale. Un amore, un trasporto straordinario che – ha ribadito l’arcivescovo – possono indurre tutti gli uomini all’unità di intenti “che sola può condurre l’umanità alla risoluzione dei problemi del mondo”.
Maria, come è stato dimostrato dai segreti di Fatima, vive con l’uomo, vive insieme a lui la storia, la guerra, il male, ma anche le conversioni, il ritorno al Signore dei Paesi comunisti, per esempio. La Madonna, cioè, si è impegnata, accanto agli uomini di buona volontà, a cambiare il corso delle cose, a recuperare la terra e i suoi abitanti per la felicità eterna, a cambiare la Chiesa, “santa e meretrix”. Senza di lei poco è possibile, con lei tutto si può fare.