Cronaca

Sciopero all’Abramo, la difesa dei sindacati

“I lavoratori per i quali è stato proclamato lo sciopero non effettuano alcuna attività” nei settori tecnici (segnalazione guasti) né forniscono informazioni di valenza sociale connesse “al godimento dei diritti della persona costituzionalmente tutelati”.

“I lavoratori per i quali è stato proclamato lo sciopero non effettuano alcuna attività” nei settori tecnici (segnalazione guasti) né forniscono informazioni di valenza sociale connesse “al godimento dei diritti della persona costituzionalmente tutelati”. Perciò non sarebbe stata violata la normativa prevista per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali.
Ruota attorno a questo punto cardine la risposta inviata alla ‘Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali’ dalle segreterie regionali dei sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl-Comunicazioni (categoria telecomunicazioni), in merito alle presunte violazioni emerse, “allo stato, dalla documentazione in possesso”, della normativa sugli scioperi e contestate dalla Commissione, su sollecitazione dell’Abramo customer care, per la proclamazione dell’astensione ad oltranza dal lavoro, ad opera delle stesse sigle sindacali, dei circa 80 operatori dell’ex reparto H3G in esubero nella sede di Crotone in seguito alla fine della commessa di 3 Italia e perciò destinatari di un ordine di servizio di trasferimento alla sede aziendale di Montalto Uffugo (nel cosentino).
I sindacati, perciò, ritenendo corretta le procedure seguite, non hanno raccolto l’invito della Commissione a sospendere la protesta o a riproclamare lo sciopero, che pertanto continua. Nel frattempo i lavoratori stanno rispondendo per iscritto, entro il “termine di cinque giorni”, oppure richiedendo di essere ascoltati da un funzionario alla presenza di un sindacalista di fiducia, per difendersi dalla contestazione disciplinare per “assenza ingiustificata” mossa dall’Abramo customer care che si riserva “di adottare ogni opportuno provvedimento disciplinare” nei confronti dei propri dipendenti, dando per scontata l’illegittimità dello sciopero senza attendere la controreplica dei sindacati e la chiusura dell’eventuale procedimento di valutazione da parte della Commissione.
Nella risposta alla Commissione di garanzia, i sindacati sottolineano che lo sciopero è stato proclamato l’8 di luglio con decorrenza dalle 48 ore successive e messo in pratica dal giorno 19 dello stesso mese. Alla contestazione della ‘mancata effettuazione delle procedure di raffreddamento e conciliazione”, i sindacati fanno presente che “i lavoratori dipendenti dell’Abramo customer care per i quali è stato proclamato lo sciopero, sono lavoratori operanti nel settore call center, non in regime di monopolio. Nella fattispecie l’astensione dal lavoro è stata proclamata per 80 lavoratori circa, che operavano nel settore H3G, svolgendo attività front-end e back-office per l’azienda 3 Italia. La stessa attività, trattandosi di operatività data in appalto dal committente a varie aziende in outsourcing, viene contestualmente sviluppata in altri call center diffusi su tutto il territorio nazionale (…). Tra l’altro i lavoratori in questione, sono oggetto di una lettera di trasferimento con decorrenza 1 giugno 2010 per perdita della commessa. Da quella data ad oggi i lavoratori non hanno alcuna collocazione, pertanto è ancor più difficile catalogarli in qualunque tipologia d’attività”.
I sindacati difendono la procedura seguita per la proclamazione della protesta anche dalla contestazione del “limite di durata della prima azione di sciopero”.
(l’articolo integrale sull’edizione in edicola da giovedì 13 agosto)