Cronaca

Dopo 52 anni una vera chiesa a Fondo Gesù

Dopo ben 52 anni, finalmente, la parrocchia ‘San Salvatore’ del quartiere Fondo Gesù ha una vera chiesa. La nuova struttura, ricavata dalla riqualificazione di quella che un tempo ospitava l’ex consorzio agricolo, è stata benedetta lunedì 20 dicembre nel corso di una cerimonia presieduta dall’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Domenico Graziani. Un momento estremamente emozionante per la comunità di Fondo Gesù, che ha visto da sempre nella parrocchia un punto di riferimento fondamentale.

Dopo ben 52 anni, finalmente, la parrocchia ‘San Salvatore’ del quartiere Fondo Gesù ha una vera chiesa. La nuova struttura, ricavata dalla riqualificazione di quella che un tempo ospitava l’ex consorzio agricolo, è stata benedetta lunedì 20 dicembre nel corso di una cerimonia presieduta dall’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Domenico Graziani.
Un momento estremamente emozionante per la comunità di Fondo Gesù, che ha visto da sempre nella parrocchia un punto di riferimento fondamentale. Da quella piccola comunità fondata sulle rive del fiume Esaro dai padri Gaetanini, giunti a Crotone nei lontani anni Cinquanta, infatti, sono passate diverse generazioni di giovani del quartiere, che vi hanno trovato non solo delle guide spirituali, ma anche stimoli e proposte per dar vita ad iniziative di rilevanza sociale, che per anni sono state portate avanti sempre in quei locali angusti che affacciano pericolosamente sul fiume, da una comunità che si sentiva e che, purtroppo, ancora oggi spesso si sente esclusa dal resto della città. Fondo Gesù, per intenderci, è ancora oggi il quartiere in cui i ragazzini imbrattano i muri dei palazzi scrivendo: “tutti ci odiano, nessuno ci affronta” o inneggiando ai nomi di giovani morti ammazzati.
Ma quella parrocchia ha avuto e continua ad avere anche un ruolo per gli anziani, spesso dimenticati nelle loro vecchie case, e per le famiglie che abitano gli alloggi popolari, le quali molto spesso si trovano costrette a confrontarsi con gravi problemi di natura sociale ed economica.
Per questo il quartiere, sebbene ultimamente si sia allontanato dalla parrocchia rispetto al passato, ha vissuto il giorno della benedizione come un momento di festa, ma anche di riscatto. L’evento ha avuto inizio nella vecchia chiesa, da dove è partita una processione guidata dal parroco, don Girolamo Ronzoni. In un clima suggestivo di preghiera misto ad eccitazione si è giunti alla nuova chiesa, che è ubicata proprio all’ingresso del quartiere. Quando le grandi porte in legno si sono aperte e sono iniziati i fuochi d’artificio l’emozione degli abitanti di Fondo Gesù è esplosa in uno scrosciante applauso. In tanti, probabilmente ripercorrendo i ricordi vissuti nel quartiere e legati alla vita parrocchiale, si sono lasciati scappare qualche lacrima. Il clima era di gioia ed effervescenza generale. I parrocchiani più anziani, infatti, commossi, si abbracciavano. Altri commentavano ad alta voce battendo le mani: “Che gioia!”, “che soddisfazione”, “finalmente anche il Gesù ha una chiesa”.
C’era chi non riusciva a trattenere lo stupore: “Mamma mia quanto è grande”. Altri pensavano al passato, a chi ha avviato il percorso di quella comunità, infatti una donna ha esclamato commossa: “mo ci vuliva don Marcello” (il primo parroco di Fondo Gesù della congregazione San Gaetano).
Quando tutti i fedeli sono entrati all’interno della nuova chiesa, sono continuati i canti di gioia particolarmente sentiti e partecipati. È stato emozionante, quando il presule ha iniziato a benedire le mura della chiesa, vedere i bambini del quartiere farsi avanti per lasciarsi bagnare dall’acqua benedetta. Con le loro espressioni tenere e la voglia di sentirsi protagonisti, quei bambini è come se avessero manifestato lo stato d’animo degli abitanti dell’intero quartiere, la loro voglia di guardare ad un futuro finalmente diverso, libero dalla criminalità dilagante e dalle sofferenze del passato.
Finalmente dopo anni in cui il quartiere Fondo Gesù si è fatto conoscere per tristi episodi di cronaca e di degrado, lunedì 20 dicembre ha vissuto quel momento di gioia che aspettava da tanto tempo. La soddisfazione degli abitanti era palpabile. Chissà che questo evento tanto atteso non dia la spinta a trovare quel coraggio che serve al quartiere per guadagnarsi un nuovo destino.
Angela De Lorenzo