Cronaca

Black mountains, la Procura chiede il processo per 45 imputati

Il procuratore della Repubblica di Crotone Raffaele Mazzotta ha impiegato circa tre ore, nella mattinata di venerdì scorso, per spiegare al giudice dell’udienza preliminare Gloria Gori che le 45 persone alla sbarra meritano di essere processate per aver smaltito illegalmente rifiuti tossici e pericolosi, ma anche per disastro ambientale e avvelenamento delle acque. In sostanza per le accuse scaturite dall’indagine ‘Black mountains’ con la quale gli inquirenti hanno squarciato il velo sul traffico di scorie tossiche provenienti dalle vecchie fabbriche crotonesi e che nel settembre 2008 ha portato al sequestro di 18 siti ritenuti contaminati. Un’indagine che Mazzotta ha ripercorso illustrando i tre capi d’imputazione nei quali si compendia l’intera vicenda.

Il procuratore della Repubblica di Crotone Raffaele Mazzotta ha impiegato circa tre ore, nella mattinata di venerdì scorso, per spiegare al giudice dell’udienza preliminare Gloria Gori che le 45 persone alla sbarra meritano di essere processate per aver smaltito illegalmente rifiuti tossici e pericolosi, ma anche per disastro ambientale e avvelenamento delle acque. In sostanza per le accuse scaturite dall’indagine ‘Black mountains’ con la quale gli inquirenti hanno squarciato il velo sul traffico di scorie tossiche provenienti dalle vecchie fabbriche crotonesi e che nel settembre 2008 ha portato al sequestro di 18 siti ritenuti contaminati. Un’indagine che Mazzotta ha ripercorso illustrando i tre capi d’imputazione nei quali si compendia l’intera vicenda. Che ha origine nel 1997 quando gli alti dirigenti della società Pertusola sud, ormai destinata a morte certa tramite liquidazione, si trovarono di fronte a un problema enorme: liberarsi di circa 400 mila tonnellate di scarti provenienti dal processo produttivo dello stabilimento metallurgico, le famose ‘scorie di cubilot’, per i quali la legge prevedeva lo smaltimento in apposite discariche.

(23 giugno 2012)