Tecnologia

Violazione della privacy: spiato attraverso le cuffie

Uno statunitense ha fatto causa ad una casa produttrice di sistemi audio per violazione della privacy. L’uomo sostiene che la società spierebbe le abitudini di ascolto degli utenti attraverso le cuffie per poi venderle ad altre aziende. Sotto accusa non sono tanto le cuffie wireless, quanto un’applicazione che collega le cuffie allo smartphone. Attraverso questa app, la società avrebbe raccolto e registrato i titoli di canzoni e podcast ascoltati e li avrebbe trasmessi, insieme a dati identificativi dell’utente, ad aziende esterne. Una condotta che violerebbe l’Electronic Communications Privacy Act del 1986 e una serie di leggi statali sulla privacy.

“La selezione personale di materiale audio, tra cui musica, radio, podcast e letture, fornisce un’incredibile quantità di informazioni sulla personalità, il comportamento, le opinioni politiche e l’identità personale dell’utente”, scrivono gli avvocati. Ad esempio “chi ascolta una preghiera musulmana è molto probabilmente di fede musulmana, chi ascolta un podcast su Hiv e Aids ne è probabilmente affetto”. Il valore della causa supera i 5 milioni di dollari, aggiungono i legali, che chiedono un’ingiunzione per fermare la presunta raccolta di dati, e mirano ad ottenere lo status di class action per la denuncia.