Cronaca

Ordini professionali e collegi tecnici sollecitano riapertura del castello di Crotone

La presa di posizione di ingegneri, architetti, periti industriali e geometri dopo la notizia pubblicata su il Crotonese sui rilievi della radioattività nella fortezza

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Riaprire parzialmente il castello di Carlo V alla luce dei risultati dei rilievi radiometrici effettuati da Arpacal. E’ quello che chiedono anche gli ordini professionali provinciali di Crotone dopo la diffusione della notizia – pubblicata su il Crotonese in edicola dal 5 aprile – che la radioattività misurata nel castello non è pericolosa e nell’imminenza della convocazione del Consiglio Comunale della città di Crotone (il 7 aprile) per affrontare proprio il tema della riapertura del Castello di Carlo V. 
I presidenti degli ordini e collegi professionali della provincia di Crotone – Antonio Grilletta (Ordine degli Ingegneri), Francesco Livadoti (Ordine degli Architetti P.P.C.), Leonardo Marinello (collegio dei Geometri), Raffaele Scicchitano  (ordine dei Periti Industriali) – in un comunicato ribadiscono la necessità di aprire la fortezza chiusa dall’aprile 2018 dopo il rinvenimento del tenorm (materiale proveniente da scarti di lavorazione industriale che aumenta la radioattività naturale) nella zona della ‘piazza d’armi’. 
“Il perdurare, dall’aprile del 2018, della chiusura della più importante opera di interesse storicoculturale della Provincia di Crotone – sostengono – rappresenta una sconfitta, l’ennesima, di un territorio che non solo non riesce a progredire, ma che costantemente perde posizioni, incapace anche di conservaree valorizzare quello che ha”. 
Secondo i rappresentanti degli ordini professionali e dei collegi tecnici, “il Castello di Carlo V, spesso al centro di conflitti di competenze, non appartiene né al Comune di Crotone, né alla Regione Calabria, né al Ministero della Cultura, appartiene soprattutto a tutti i calabresi e deve a questi essere al più presto restituito”. 
In base alle risultanze delle indagini radiometriche svolte dall’ArpaCal ed al reperimento delle risorse economiche per l’esecuzione dei lavori di bonifica (1,2 milioni che il Ministero ha preso dai fondi di Antica Kroton), professionisti e tecnici crotonesi ritengono “si debba arrivare alla riapertura, anche per il momento parziale, della struttura, superando con l’indizione di un’apposita conferenza di servizi tutte le criticità burocratiche che paiono essere l’ostacolo principale perché la Città ed il territorio si riapproprino della fortezza e delle attività che in essa venivano condotte”. 
La nota conclude con una sollecitazione a Sindaco e Consiglio Comunale “perché compiano tutti i passi necessari ed assumano le relative determinazioni per una rapida soluzione di questa emblematica e non più procrastinabile vicenda”.