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Antimafia, Csm: Melillo procuratore. Ardita: devastante la bocciatura di Gratteri

Nicola Gratteri

"L’esclusione di Gratteri sarebbe non solo la bocciatura del suo impegno antimafia, ma un segnale devastante a tutto l’apparato istituzionale e al movimento culturale antimafia". Lo ha detto il consigliere del Csm Sebastiano Ardita nel dibattito che ha preceduto il voto del plenum che ha portato alla nomina di Giovanni Melillo a nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
Prima di lui anche il togato indipendente Nino Di Matteo aveva avvertito dei rischi legati alla sconfitta del capo della procura di Catanzaro. Con una sorta di appello ai colleghi consiglieri: "Gratteri è negli ultimi anni particolarmente sovraesposto e particolarmente a rischio per la propria vita. La criminalità organizzata ne percepisce l’azione come ostacolo concreto e immanente. In questa situazione temo che una scelta diversa suonerebbe come una sorta di bocciatura dell’operato di Gratteri: non verrebbe compresa dall’opinione pubblica e agli occhi dei mafiosi risulterebbe come una pericolosa presa di distanza istituzionale di un magistrato così esposto. Dobbiamo avvertire la responsabilità di non cadere in questi errori che hanno pericolosamente marchiato il Csm e creato le condizioni di isolamento, terreno più fertile per omicidi e stragi".
Ma l’appello di Di Matteo è andato a vuoto e non c’è stato neanche bisogno del ballottaggio come si paventava ala vigilia del voto. Giovanni Melillo, 61 anni, di Foggia, capo di gabinetto di Andrea Orlando quando era ministro della Giustizia e attualmente capo della procura di Napoli, è stato nominato a maggioranza con 13 voti alla prima votazione. Sette i voti per il procuratore di Catanzaro e diretto concorrente, cinque quelli a favore di Giovanni Russo, aggiunto e sino ad oggi reggente della procura nazionale antimafia.
Anche i vertici della Cassazione, il primo presidente Pietro Curzio e il Pg Giovanni Salvi, hanno sostenuto la nomina di Melillo a procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, proposta da Area (cinque consiglieri), il gruppo delle toghe progressiste, in cui ‘milita’ lo stesso capo della procura di Napoli. Per lui hanno votato anche i tre consiglieri di Unicost e i laici Michele Carabona (Forza Italia) e Alberto Maria Benedetti e Filippo Donati (M5s).
A favore di Gratteri hanno votato i togati ‘indipendenti’ Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo , e i tre componenti di Autonomia e Indipendenza, i laici Stefano Cavanna e Emanuele Basile (Lega) e Fulvio Gigliotti (M5s), relatore della proposta a favore del capo della procura di Catanzaro. Per Russo hanno votato invece l’intero gruppo di Magistratura Indipendente e il laico di Forza Italia Alessio Lanzi.