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Superbonus 110, "fallire per crediti", la rivolta delle aziende edili calabresi

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Il settore è in crescita ma le imprese rischiano di fallire. Un paradosso, denuncia l’associazione nazionale delle piccole e medie imprese edili e manifatturiere, che avanza le sue proposte per evitare ulteriori danni al comparto.
In Calabria, a fine 2021, il settore edile è cresciuto fino a toccare quasi quota 20.000 aziende, in aumento sia sul 2020 (+3,2%), sia rispetto all’ultimo anno pre-Covid, il 2019 (+4,4%), posizionandosi al terzo posto in Italia per tasso di crescita. Nonostante questi dati, denuncia il presidente di Confapi Aniem per la Calabria, Antonio Falbo, “rischiamo il default. Potrà sembrare un paradosso e forse lo è, ma mentre un tempo si falliva per debiti, oggi si fallisce per ‘crediti’. Abbiamo i cassetti fiscali pieni di crediti, che nessuno acquista. È come avere in mano assegni a firma della Repubblica italiana ma che di fatto sono assegni a vuoto”.
L’associazione contesta "l’inefficienza del provvedimento: il prezziario regionale che viene applicato – lamenta – non è fatto dalle imprese; i prezzi sono aumentati in tutta Europa per i costi delle materie prime, la crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina e le conseguenze economiche causate dal lockdown e dalla post pandemia". Inoltre "le continue modifiche apportate alla normativa quasi quotidianamente e inserite quasi di nascosto all’interno di decreti legge creano disagi alle molte aziende edili che vogliono ricorrere al finanziamento".
“Se oggi non si trovano più ponteggi è perché tutte le imprese edili li richiedono contemporaneamente per ultimare i lavori secondo rigide scadenze e questo comporta un aumento di richieste e di prezzi" sottolinea Antonio Falbo, mentre “in meno di due anni – aggiunge Francesco Napoli, presidente regionale Confapi Calabria – sono state sedici le modifiche" e "le regole sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi sono cambiate quattro volte da novembre. Un caos normativo che ha messo in ginocchio tutto il settore delle costruzioni. Da novembre, infatti, è stata limitata la circolazione delle agevolazioni fiscali concesse attraverso il bonus e gli altri incentivi all’edilizia”.
Confapi Aniem lancia quindi le sue proposte per evitare di avere "i cassetti pieni di crediti fiscali che nessuno acquista", chiedendo il “ripristino immediato del principio della non retroattività delle norme: se quando si iniziano i lavori vigeva la norma per cui i crediti potevo cederli a chiunque e più volte – spiega l’associazione- così dovrà continuare ad essere". Inoltre la "eliminazione di tutte le scadenze e obbligo per gli enti pubblici, quali Poste italiane, Cassa deposito e prestiti di pagare immediatamente i crediti presenti nei cassetti fiscali delle imprese edili”.