Cronaca

Tari, Antonio Manica: ‘adeguamento’ colpa dell’inefficienza dell’Amministrazione

L'incremento della tariffa dovuto all'incapacità di avviare al differenziata e di recuperare l'evasione tributaria

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CROTONE – "Un tentativo maldestro e mal riuscito di sviare i termini del problema". In questo modo Antonio Manica, consigliere di opposizione e capogruppo di Forza Italia, commenta il comunicato stampa dell’assessore Antonio Scandale, il quale ha precisato che riguardo alla Tari non vi sarebbe alcun aumento ma un “adeguamento” dovuto al nuovo sistema di validazione da parte di Arera con sgravi per 3000 utenze a basso reddito e la possibilità di ulteriori sgravi per le famiglie crotonesi.
"Invero – sostiene Manica -, è facile replicare, evitando di dilungarsi ulteriormente, rimandare all’allegata tabella nella quale sono evidenziati gli aumenti che famiglie e imprese crotonesi saranno costrette a subire – in virtù dell’avvenuta approvazione in Consiglio comunale del Pef esclusivamente da parte della maggioranza – per dimostrare l’assoluta infondatezza dell’asserito “adeguamento” precisato dall’assessore. A meno che nelle dichiarazioni dello stesso non si voglia leggere la necessità di giustificare la manifesta incapacità dell’Amministrazione comunale di evitare un aumento Tari in forza dell’applicazione di astrusi calcoli matematici imposti per legge da Arera fondati su due elementi determinanti ai fini della quantificazione della tariffa: la percentuale di raccolta differenziata e la capacità di riscossione dell’ente comunale".
Entrambi le questioni, differenziata ed evasione, spiega Manica sonodi competenza del Comune: "Se così fosse – afferma il consigliere di opposizione – quanto al primo elemento, si obietta che le performance di raccolta differenziata risultano pessime, quanto al secondo, invece, il nostro comune parrebbe inserito nel novero di quelli con la più alta percentuale di evasione in Italia Sicché, se i calcoli per la determinazione della tariffa imposta da Arera sono fortemente condizionati dalla palese incapacità dell’ente comunale di migliorare il servizio della raccolta differenziata e dalla palese incapacità a riscuotere i propri crediti." Per cui, secondo Manica "è gioco forza l’aumento della tariffa (pardon adeguamento) per far quadrare i conti, di cui ne fanno le spese i cittadini onesti che pagano regolarmente, molti di essi con estrema difficoltà, il tributo dovuto".
Secondo il consigliere di minoranza non ci sono scusanti: "Il problema – sostiene – infatti, non è il passato o accertare l’evasione, di per sé scontata e doverosa da parte dell’ente, ma riscuotere quanto accertato e offrire un servizio adeguato ai cittadini onesti in regola con i pagamenti. Il punto è che, in una fase così delicata per il nostro paese, con forti aumenti dei costi per servizi in capo alle famiglie, cui il Governo centrale sta ovviando con l’adozione di misure eccezionali, sarebbe stato necessario da parte dell’ente comunale evitare che ciò che oggi viene spacciato come adeguamento divenisse, alla fine, un vero e proprio aumento a fronte di un servizio oggettivamente scadente e pagato da una minoranza cittadini".
Quanto agli sgravi per 3000 utenze e ulteriori sgravi per le famiglie disagiate, Antonio Manica scrive: "Si rimanda all’allegato art. 17 del Regolamento TARI – approvato anch’esso esclusivamente in Consiglio comunale dalla maggioranza – da cui non è dato evincere l’opportunità per i ceti meno abbienti di poter usufruire di riduzioni, così come espressamente disciplinato dalla quasi totalità dei comuni italiani. Pertanto, riesce difficile comprendere come conciliare l’asserito stanziamento di Euro 500.000,00 da impiegare come bonus TARI per nuclei familiari meno abbienti (tirato fuori dal cassetto dopo la prima bocciatura del PEF, il che rende legittimo domandare perché non sia stato previsto nella prima stesura dello stesso) con un Regolamento TARI da poco approvato che non contempla riduzioni di tal genere. Vedremo".
Manica chiede anche ai lettori di "confrontare il nostro Regolamento TARI con quello di altri comuni italiani, laddove risultano dettagliate le riduzioni per tutte le fasce deboli, per constatare personalmente che quanto da me sostenuto non è frutto di demagogia e/o populismo, così come, inopinatamente, sono stati definiti i miei interventi in sede di Consiglio comunale volti a denunciare un vulnus per i ceti meno abbienti".