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Regione, stop agli "assessori consiglieri", la proposta approda a palazzo Campanella. M5s: una legge "moltiplica poltrone"

consiglio regionale palazzo campanella 01

Una folta pattuglia di consiglieri regionali di maggioranza ha depositato una proposta di legge che mira a separare il potere esecutivo da quello legislativo, attraverso l’introduzione dell’incompatibilità tra le cariche di assessore e consigliere regionali. La proposta, che prevede la cessazione temporanea dalla carica del consigliere nominato assessore e la sostituzione di un consigliere supplente, è stata già ribattezzata dal Movimento 5 stelle “legge moltiplica poltrone”.
La legge viene presentata nella relazione illustrativa “a costo zero”, ma il capogruppo cinquestelle in Consiglio regionale, Davide Tavernise, sostiene il contrario e rileva inoltre “evidenze incostituzionali – scrive – denunciate già nel 2014”. A parere di Tavernise l’incompatibilità tra i due uffici “a conti fatti costerà ai calabresi 145.642,32 euro, quale emolumento per ogni nuovo consigliere, e circa 232.188,12 euro, quale costo per ogni nuova struttura. Una spesa minima, dunque – asserisce l’esponente grillino – di 377.830,44 euro l’anno per ciascun nuovo consigliere”.
Sulla vicenda è intervenuto il consigliere di Forza Italia Michele Comite, che è anche presidente della terza commissione consiliare. Comite ribatte che “si tratta di una proposta di legge basata su solide fondamenta costituzionali e che contribuisce a rendere ancora più efficace ed indipendente il ruolo del Consiglio regionale rispetto all’attività amministrativa della Giunta, il tutto senza alcun aggravio di spesa per il bilancio dell’ente. Un atto col quale si intende ripristinare anche nei numeri la corretta rappresentanza all’interno del Consiglio regionale, così per come venuta fuori dalla volontà popolare”.
“Stupisce, francamente – aggiunge Comito – leggere dichiarazioni che non possiamo che definire strumentali, specie in considerazione del fatto che la legge in questione non prevede alcuna variazione di carattere finanziario, dato che negli anni scorsi (2015, amministrazione Oliverio) si era già provveduto alla modifica dello statuto. Cosa che i detrattori dell’odierna legge avrebbero potuto tranquillamente notare se si fossero informati un po’ meglio leggendo gli atti passati e presenti. Tra l’altro, questa legge è stata adottata da diverse regioni italiane a conferma della bontà della ratio che ne soggiace”.
A parere del consigliere di maggioranza “parlare di casta e poltrone è un’argomentazione populistica e fuorviante, e stupisce che provenga da parte di chi ha un ruolo e una responsabilità verso la collettività”. Tavernise invece calcola gi tre sostituzioni a tempo di altrettanti assessori, di conseguenza, “se la matematica non è un’opinione – scrive – ogni anno i calabresi rischiano di pagare in più alla politica regionale 1.133.491,32 euro”. Gli stessi calabresi ai quali guarda Comite perché “l’unico e primario interesse per noi – dice – resta quello di fare in modo che venga rispettato il volere del cittadino elettore, che ha votato per vedere in Consiglio 30 consiglieri”.
La proposta di legge è stata presentata dai consiglieri Giacomo Pietro Cirinò e Giovanni Arruzzolo di Forza Italia, Francesco De Nisi di Coraggio Italia, Giuseppe Graziano dell’Udc, Giuseppe Neri di Fratelli d’Italia. Assegnata alla prima commissione per l’esame di merito ed alla seconda per il parere, lunedì 21 novembre approderà in Aula.