Cronaca

Emendamento per dare armi all’Ucraina nel decreto per la sanità in Calabria

Iniziativa dei relatori durante discussione in Senato sul decreto Calabria. Insorge l'opposizione che chiede il ritiro.

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 Non sapevano dove metterlo l’emendamento per continuare a fornire armi all’Ucraina ed al governo hanno pensato bene di inserirlo nel decreto Calabria che riguarda le misure per il servizio sanitario in Calabria ora all’esame del Senato. Una contraddizione in termini quella di inserire un emendamento per una guerra in un decreto che dovrebbe puntare a risolvere i problemi sanitari di una regione. A meno che il governo non paragoni la situazione calabrese a quella ucraina.  L’emendamento,  presentato dai relatori di maggioranza  al provvedimento Roberto Menia di FdI e Clotilde Minasi (assessore regionale calabrese fino a qualche giorno fa) della Lega, prevede la "proroga fino al 31 dicembre 2023" dell’invio di armi e "mezzi militari" in Ucraina. 
Insorge l’opposizione: “Il governo dei furbetti – dice il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra -. C’è un decreto legge dove dentro ci sono le misure straordinarie per la sanità della Calabria, una proroga per alcune commissioni Aifa, e misure per personale alla Nato. E che fanno?  Ci mettono dentro la proroga per altri 12 mesi per le armi all’Ucraina.  Uno schiaffo in piena regola al Parlamento“.
“Il nuovo governo – aggiunge la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani – deve affrontare il tema del conflitto in Ucraina con chiarezza, senza ambiguità e senza scorciatoie. Non si può pensare di presentare la proroga degli aiuti all’Ucraina con un emendamento dei relatori, e non del governo, a un decreto con tutt’altro oggetto (il cosiddetto decreto Calabria). Quell’emendamento deve essere ritirato".