Cronaca

Comune: Jobel lascia le chiavi di parco Pitagora, poi in commissione si scatena la rissa

comune crotone

Tutto è iniziato con il messaggio che il presidente del consorzio Jobel Santo Vazzano ha inviato nell giornata del 27 dicembre al sindaco Enzo Voce e al dirigente del settore competente Francesco Marano per comunicare all’ente che a partire dal prossimo 2 gennaio avrebbe riconsegnato le chiavi del Museo e Giardini di Pitagora e a partire da quella data non sarebbe stato più responsabile della struttura essendo scaduta la convenzione in virtù della quale il consorzio gestisce il grande parco cittadino.
Una convenzione che oggi il Comune si appresta a rinnovare avendo raggiunto con Jobel un nuovo accordo di partnership pubblico-privato. Ma che deve necessariamente passare dal voto in Consiglio comunale. Solo che neppure all’odg dell’ultima seduta dell’anno fissata per oggi, giovedì 29 dicembre, era stato inserito il punto relativo alla convenzione. La qualcosa deve aver fatto infuriare Vazzano che ha mandato la nota dai toni ultimativi al sindaco. A piazza Resistenza sono corsi con i calzoni in mano e in men che non si dica il presidente dell’a civica assise Mario Megna, nel pomeriggio del 28 dicembre, ha inoltrato ai consiglieri la variazione dell’odg comprensivo, questa volta, del punto sul rinnovo della convenzione. Apriti cielo.
Il consigliere Fabrizio Meo ha immediatamente convocato la commissione cultura della quale è presidente lamentando il fatto che l’argomenta non sarebbe potuto approdare in aula senza essere prima transitato dalla stessa commissione. La seduta, tenutasi nel pomeriggio dello stesso mercoledì, si è però trasformata in un ring. Meo stava intrattenendo i componenti della commissione con un pippone sulle risposte che il dirigente Marano aveva dato alle sue contestazioni ma a quel punto è insorta l consigliera Dalila Venneri che, con tono non proprio urbano, ha chiesto al presidente di lasciar parlare anche gli altri componenti. Sono seguiti ‘urla e strepiti’ – come li ha definiti lo stesso Meo – in un ambiente da suburra al quale hanno potuto assistere quanti seguono in diretta streaming i lavori delle commissioni consiliari.
Con i decibel sicuramente oltre i limiti consentiti, Meo a quel punto avrebbe voluto chiudere la seduta accusando Venneri e altri componenti che la spalleggiavano di volerne impedire la prosecuzione e di non lasciargli svolgere il suo ruolo. In merito al quale è stato esplicito il consigliere Giovanni Greco che gli ha urlato sul muso a chiare lettere: "lei non può fare il presidente, non lo sa fare". Per il resto solo insulti reciproci, parolacce, fino agli spintoni. E’ volato pure qualche telefonino, nella fattispecie quello di Meo che ha chiesto l’intervento dei carabinieri e, naturalmente, promesso querele. 
Un clima da bassifondi, che peraltro si respira già da tempo tra i rappresentanti del popolo crotonese. Ma c’è da chiedersi: lo rappresentano veramente? Evidentemente sì, visto che il popolo li ha votati. Ma è pur vero che su piazza non c’era di meglio. Il meglio, purtroppo, è andato via da tempo.