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Serie C, tonfo Crotone ad Avellino: il primato adesso è lontano 11 punti

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Il Crotone cade ad Avellino e saluta definitivamente la corsa al primo posto. Il Catanzaro allunga a +11, un condizione di assoluta serenità alla luce proprio delle differenze esposte dalle due squadre. I rossoblù inciampano in modo anche netto, concedendo troppo in fase difensiva e offrendo il consueto spartito offensivo fatto di fiammate e improvvisazioni, accompagnate sempre da scarsa precisione. E’ il terzo ko dopo quelli del Ceravolo e Foggia, il più pesante evidentemente nel momento clou del campionato.
LA PARTITA
Lerda opta per Cernigoi al centro dell’attacco, preferito a Gomez. Accanto a lui l’indispensabile Chiricò con D’Ursi a completare il tridente offensivo. Novità anche in mezzo al campo: scocca l’ora del debutto di D’Errico, che fa parte di un terzetto tutto tecnica e geometrie che comprende Carraro e Petriccione. L’ex Bari e il numero 10 fanno da ‘valletti’ a Carraro, che agisce invece in cabina di regia. In difesa rientra Golemic, e accanto lui la scelta cade su Gigliotti, che rileva lo squalificato Cuomo. Conferme sulle corsie esterne per Papini e Crialese. In panchin tornano Giron e Kargbo, con quest’ultimo rientrato tra i disponibili dopo essersi lasciato alle spalle la questione relativa alla paventata cessione alla Spal saltata alle ultime battute della sessione invernale. Tutto archiviato e testa nuovamente sintonizzata sul progetto rossoblù.
Dai blocchi di partenza esce fuori un Crotone guardingo e attento, che prova ad intuire le intenzioni dell’Avellino. L’effetto è una fase interlocutoria che non offre spunti significativi, che viene scossa ai confini del quarto d’ora quando l’ex Trotta si libera di Gigliotti e  colpisce col destro trovando sulla sua strada Dini pronto ad opporsi. E’ il preludio del vantaggio, che si materializza grazie ad una prodezza dalla distanza di Mazzocco che governa la sfera, si accomoda col destro e disegna una traiettoria che finisce alle spalle dell’incolpevole Dini. Il Crotone prova a reagire con Petriccione che penetra in area dopo un uno-due ma il destro è fiacco e non impensierisce il portiere irpini. Ci prova anche Chiricò che col suo solito movimento a rientrare arcua un sinistro che finisce però largo. Senza grandi idee o intensità, il Crotone resta alto nell’aggressione e volontà di riacciuffare il match, ma improvvisamente l’Avellino passa nuovamente all’incasso con una rete fotocopia della prima. Stavolta e D’Angelo che gode di troppa liberta nella trequarti offensiva, prepara il destro che calcia una sfera che finisce la corsa nuovamente alle spalle di Dini. Crotone sotto di due reti e incredulo. E rischia quando Kanoute buca ancora la difesa e si trova solo davanti all’estremo rossoblù ma viene ipnotizzato. Pericolo scampato e tentativo di rimonta rimandato al secondo tempo.
Lerda sente che è il momento di rimescolare le carte e getta nella mischia contemporaneamente Kargbo e Tribuzzi. Restano negli spogliatoi Carraro e D’Ursi, impalpabili nella prima frazione. 
Il coefficiente di pericolo si alimenta esclusivamente quando la palla transita dalle parti di Chiricò, anche se l’inserimento di Kargbo accende una piccola fiammella anche sulla corsia opposta.  L’allenatore prova anche la carta del doppio centravanti con l’ingresso di Gomez per Crialese. L’obiettivo è riempire l’area e intensificare il forcing. Ma l’effetto è soltanto nelle intenzioni, perchè nell’area del Crotone accade un nuovo patatrac che genera il tris dell’Avellino firmato da Trotta dopo un’azione insistita. La montagna diventa insormontabile, anche se nell’azione successiva Kargbo  semina il panico procurandosi un penalty che Gomez trasforma rimettendo in discussione il risultato, anche se i minuti a disposizione non sono molti. La rimonta resta solo nelle intenzioni, perchè la realtà consegna un incidente che spegne la rincorsa.