Cronaca

Naufragio migranti, il ministro Piantedosi: in queste condizioni non devono partire

Il responsabile del Viminale: Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità

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CROTONE – “Di fronte a tragedie di questo tipo non credo che si possa sostenere che al primo posto ci sia il diritto o il dovere di partire e partire in questo modo. Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità di non chiedermi cosa devo chiedere io al luogo in cui vivo ma cose posso fare io per il Paese in cui vivo per il riscatto dello stesso”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al termine dell’incontro con i rappresentanti di istituzioni e forze dell’ordine della provincia di Crotone svolto in seguito al naufragio di una motonave nella quale sono morte 59 persone.
E’ stato proprio il ministro a comunicare il numero dei morti: dei 59 cadaveri ritrovati finora 21 sono di uomini, 24 di donne e 14 di minori (9 maschi e 5 bambine). Piantedosi, dopo aver ricostruito l’accaduto, ha ribadito il concetto: “L’unica cosa che va detta ed affermata è: non devono partire. Non ci possono essere alternative. Noi lanciamo al mondo questo messaggio, che è anche un messaggio: in queste condizioni non bisogna partire”.
Il ministro, che era accompagnato anche dal sottosegretario Wanda Ferro e dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha spiegato anche che l’imbarcazione era stata intercettata dal sistema Frontex ed il motivo per il quale non c’è stato un intervento: “Dalle prime ricostruzioni ha detto Piantedosi – c’è stata una segnalazione di Frontex, un avvistamento vago per capire il target. E’ stata la precarietà con la quale è stata organizzata questa traversata che ha causato la tragedia. Perché quando è riapparsa la barca c’è stata l’impossibilità materiale di effettuare ogni qualsivoglia manovra di avvicinamento per le condizioni meteo marine. Bisogna tenere conto anche dell’esigenza di mettere n conto anche i soccorsi devono non aggiungere pericolo né ai soccorritori né alle persone da soccorrere”.
“Quanto accaduto a Cutro è una tragedia che ci addolora e ci interroghiamo come sia possibile spingersi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate così pericolose” ha ribadito Piantedosi in visita a Crotone dopo il naufragio nel quale sono morte 59 persone. Il responsabile del Viminale ha spiegato anche come si sta muovendo l’Italia per evitare queste tragedie: “Libia e Turchia – ha aggiunto Piantedosi – fanno tanto per non far partire i migranti. Tra Tunisia e Libia, da quando è in carica questo governo, sono stati intercettate e riportate indietro 24 mila persone e ne sono arrivate 14 mila. Un grandissimo lavoro che è sostenuto anche da noi. Il tema- ha ribadito il ministro – è sempre quello delle partenze. C’è questa vocazione alle partenze sostenuta da un coro generale di consenso, come se la soluzione di questo fenomeno si risolva incoraggiando tutti a venire anche in condizioni drammatiche. Noi stiamo cercando di implementare la capacit di altri paesi di intervenire anche se talvolta siamo criticati, ma questo lavoro rientra nella logica di parlare di salvataggi anche quando si mandano indietro le persone”.
Sul ruolo dell’Europa ha aggiunto: “L’Europa siamo noi. Probabilmente deve fare qualcosa di più e il governo oggi può segnare un cambio di linguaggio in nostro favore. Il passaggio dalle parole ai fatti è di fondamentale importanza”.