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L’arcivescovo di Rossano-Cariati: "I cuori di qui bimbi non devono smettere di battere"

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“La cultura della vita deve prevalere su quella della morte. Sempre. Non possono essere gli interessi economici a guidare le sorti dell’umanità. I cuori di chi è morto in questo mare, soprattutto i cuori di tutti quei bambini non devono smettere di battere, il loro battito è il nostro battito ogni volta che sceglieremo la via della vita”.
Sono un inno a preservare, custodire e accogliere la vita le parole pronunciate dall’arcivescovo di Rossano Cariati, monsignor Maurizio Aloise a Pietrapaola per il momento di preghiera e di riflessione per le vittime del naufragio di migranti sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Parole rivolte principalmente ai bambini che hanno affollato la chiesa di Santa Maria delle Grazie, veri protagonisti di un momento che ha voluto rendere omaggio alle vite che sono state spezzate ed ai sogni e alle speranze che ognuno di quei cuori custodiva.
L’appuntamento è stato organizzato e promosso dall’Ufficio diocesano per l’Apostolato del mare diretto da don Giuseppe Ruffo, in sinergia con l’ufficio Migrantes diretto da Giovanni Fortino, che hanno accolto con entusiasmo il sincero moto di partecipazione emotiva degli studenti dell’istituto comprensivo di Mandatoriccio, plesso di Pietrapaola, diretto da Mirella Pacifico, raccolto dal parroco di Santa Maria delle Grazie di Pietrapaola don Umberto Sapia e fatto proprio dagli uffici diocesani. Presenti i parroci e numerosi sindaci del territorio con in testa il primo cittadino di Pietrapaola Manuela Labonia.
Gli studenti hanno animato la mattinata con poesie, canti, cartelloni e riflessioni.  Toccante il momento conclusivo, dal lancio di palloncini bianchi degli studenti delle scuole dell’infanzia fino al corteo sulla 106 e l’arrivo sulla spiaggia per un momento di preghiera e il lancio in mare (nella foto) di una corona di fiori.