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Migranti: 40mila sbarcati nel 2023, sistema al collasso: Piantedosi vede le Regioni

Nel 2023 sono 2.301 le persone arrivate con le ong nel 2023, il 6% del totale. La Sicilia è nettamente la regione con più arrivi (29.926), seguita dalla Calabria (4.502)

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Si avviano a superare quota 40mila i migranti sbarcati in Italia nel 2023, quattro volte più dello stesso periodo del 2022. I dati sono stati resi noti dal Viminale dove domani ci sarà il primo confronto faccia a faccia tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il commissario all’emergenza Valerio Valenti da una parte, e i governatori delle 5 Regioni che non hanno sottoscritto lo stato di emergenza – Puglia, Campania, Toscana, Emilia Romagna e Valle d’Aosta – dall’altra.
Dei quasi 40 mila in 2.301 sono sbarcati in Italia su navi ong nel 2023. Si tratta del 5,9% del totale delle 38.988 persone arrivate via mare dall’1 gennaio ad oggi. Il dato era intorno al 10% nel 2022, segno che la stretta impressa dal Governo con il decreto del 23 gennaio ha avuto un impatto sull’attività della imbarcazioni umanitarie. Gli sbarchi autonomi sono stati 11.712; il resto sono stati soccorsi.La Tunisia è il principale Paese di partenza: da lì sono salpati in 19.949. In 15.515 sono invece partiti dalla Libia. La Sicilia è nettamente la regione con più arrivi (29.926), seguita dalla Calabria (4.502). 
 Dall’Europa non sembrano al momento arrivare soluzioni. La Francia si prepara a sigillare i confini con l’Italia schierando al confine 150 agenti in più dalla prossima settimana. Lo sblocco auspicato da Roma della tranche di 300 milioni di dollari del prestito del Fondo monetario alla Tunisia non si concretizza. E le partenze dal Paese governato da Kais Saied proseguono a ritmi serrati: la locale guardia costiera ha bloccato in una notte 524 persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo delle proprie acque territoriali, ma altrettanti sono approdati a Lampedusa. La diplomazia è al lavoro. Il 20 aprile Piantedosi ha sentito il collega Kamel Fekih. Una visita congiunta con il titolare del Viminale a Tunisi era stata annunciata per fine aprile dalla commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson ma una data non è ancora stata fissata.
   E nell’attesa di risultati sul fronte dei Paesi di partenza, c’è da trovare una sistemazione dignitosa per chi arriva. Compito non facile cui sta lavorando il commissario Valenti, che lavora al suo piano da presentare in tempi brevi. La priorità è proprio Lampedusa con l’hotspot di contrada Imbriacola perennemente al collasso: oggi 3.059 ospiti per una capienza di 400. Per i trasferimenti sulla terraferma sono stati coinvolti traghetti di linea, pattugliatori della Guardia di finanza e un aereo militare. Un’organizzazione che sconta l’affanno di dover trovare volta per volta in tempi brevi i mezzi da impiegare. L’obiettivo è quindi quello di mettere in piedi un dispositivo strutturale – con navi, anche militari se servono, in rada, nonchè aerei – per svuotare velocemente Lampedusa nei periodi di picco che coincidono anche con la stagione turistica.
   Nel contempo, il piano del Viminale punta ad aumentare il numero e la capienza di hotspot, centri di accoglienza e Centri per il rimpatrio. Un compito che, nelle intenzioni del Governo, sarebbe facilitato proprio dalla proclamazione dello stato di emergenza con la nomina di un commissario all’emergenza che può – in deroga alla legge – velocizzare appalti e procedure per reperire strutture e mezzi di trasporto in tempi rapidi. Ma Valenti, al momento, è un commissario a sovranità limitata, visto che ci sono regioni importanti, a guida centrosinistra, che non lo hanno riconosciuto. Si rischia quindi di procedere sui territori con un piano a due velocità. Domani mattina Piantedosi e Valenti, insieme al ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, proveranno a trovare un punto di accordo in sede di Conferenza delle Regioni, convocata in via straordinaria, ma non sarà facile. "Continuiamo a chiedere al Governo – spiega il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini – di presentare alle Regioni un piano sbarchi e una gestione strutturata del fenomeno migratorio, ad oggi completamente improvvisati". (Ansa)