Cronaca

Arci, Libera e Italia Nostra rinnovano la memoria e l’impegno a 31 anni dalla strage di Capaci

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A 31 anni dalla strage di Capaci anche Crotone, come ormai ogni anno, ha voluto ricordare il contributo di chi la mafia la ha combattuta al prezzo della propria vita: il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
All’annuale appuntamento promosso da Italia Nostra, Libera e Arci, che rappresenta un’occasione per rinnovare l’impegno oltre che il ricordo, hanno preso parte diversi rappresentanti istituzionali e cittadini comuni.
“Siamo qui per fare memoria – ha dichiarato il coordinatore provinciale di Libera, Antonio Tata – per ricordare una strage e chi è morto in nome dello Stato, far sì che non siano soltanto numeri, persone che hanno fatto il loro dovere. Purtroppo l’attenzione nella lotta alle mafie – ha aggiunto – va un po’ a fasi alterne, al di là dei governi che si alternano a volte sembra che ci sia poca attenzione, mentre l’interesse dovrebbe essere ogni giorno fortissimo. Queste giornate servono a ricordare che c’è una battaglia in corso che riguarda tutti: quella militare la fanno le forze dell’ordine, ma quella civile dobbiamo farla noi tutti”.
Il giardino Falcone e Borsellino, nelle adiacenze della cooperativa Settembre, era un’area in abbandono “che – ha voluto ricordare il presidente provinciale di Italia nostra, Teresa Liguori – abbiamo trasformato in un giardino, la forma migliore per onorare queste grandi personalità cadute mentre servivano lo Stato. Mettere a dimora degli alberi riteniamo sia il modo migliore per farlo, un albero rappresenta la vita che cresce e continua a vivere, nonostante tutto”.
Per l’occasione, le associazioni promotrici dell’iniziativa hanno infatti voluto piantare un ulivo bianco. “Vogliamo – ha detto Teresa Liguori – trasformare questa area in un posto bello per tutti, soprattutto per giovani e studenti, il nostro sogno è farne un giardino dei giusti, che possa rappresentare la parte migliore di questa città. Un giardino da vivere ogni giorno”.
A prendersi cura dell’area solo il volontariato, in particolare un uomo anziano, il signor Catanzaro, se ne occupa da solo. Più volte ha tentato di coinvolgere altri nell’impresa, ma con scarsi risultati. A lui e a quanti onorano con i fatti e non solo con le parole, i giusti che il 23 maggio del 1992 persero la vita a Capaci è andata la viva gratitudine dei presenti.
In rappresentanza del Comune di Crotone è stata presente l’assessora ai Servizi sociali, Filly Pollinzi: “Sono onorata di essere qui in questo momento, indossare la fascia tricolore qui – ha detto – è per me molto importante. Sono una di quelle persone che quando era poco più di un’adolescente, restò segnata da quel 23 maggio. Il 1992 mi spinse a scegliere la strada della giustizia, a studiare Giurisprudenza. Persone come il signor Catanzaro, volontari veri, sono per me l’esempio da emulare, esempi di cui i giovani hanno bisogno per essere indirizzati in direzione contraria alle mafie. Perché per sconfiggere la mafia non abbiamo bisogno di eroi, ma di cittadini”.
D’accordo anche il vicario del prefetto, “il contrasto alle mafie non si fa solo nelle aule giudiziarie – ha dichiarato – ma nelle scuole, nelle associazioni, in quello che stiamo facendo oggi rinnovando il ricordo. Perché solo insieme si può vincere la mafia, se tutti facciamo la nostra parte non è invincibile”.