CUTRO- Il Poliambulatorio di via Giovanni XXIII è stato intitolato al medico Vincenzo Frontera, vittima della pandemia da Covid-19.
L'evento dell'11 agosto scorso è stato fortemente voluto dai suoi più cari amici che insieme a Frontera sono cresciuti con gli insegnamenti di don Michele Bertola, parroco di Cutro negli anni '60 e '70.
L'ASP di Crotone ha inteso predisporre una determina - consegnata dal dottore Antonio Mantella, direttore amministrativo dell'azienda sanitaria di Crotone - durante la cerimonia di commemorazione alla moglie di Vincenzo Frontera, Ivana.
Erano presenti oltre la moglie e i due figli del medico prematuramente scomparso, anche il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, il parroco di Papanice don Massimiliano Assisi e tanti amici di Frontera tra i quali Salvatore Salerno che ha ricordato il caro amico con queste parole: "Tocca a me commemorare Cecè, così era affettuosamente conosciuto da tutti gli amici - racconta Salerno - non nascondo di essere fortemente combattuto dentro, tra la tristezza di non averlo più tra noi e la gioia di poter ricordare una persona cara, semplice, umile, onesta, affabile. Tutte doti che sapeva riversare nei suoi rapporti umani".
Ricordato da tutti i presenti come un grande professionista ma anche una persona pacata, Frontera: "in quel momento tragico per il mondo intero e per il nostro paese in particolare, non ha rinunciato al suo dovere professionale, conosceva i pericoli della sua vita biologica ma non ha voluto rinunciare alla missione della sua coscienza morale, ha capito che in quel momento era il medico che doveva affidare la sua vita ai suoi pazienti" hanno detto ancora gli amici.
Emozionati, i figli hanno spiegato che il padre, dopo una lunga degenza in ospedale, non ha mai perso quello spirito gioviale che lo ha sempre contraddistinto.
"Non preoccupatevi per me. Vi voglio bene" sono state infatti le ultime parole che il medico ha detto ai suoi figli Marco e Martina e alla moglie Ivana.