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Cultura e spettacoli | 05 settembre 2023, 12:53

Video - Standing ovation per il Jazz show di Lino Patruno nella sua Crotone

“Dio non è jazzista ma è rockettaro ed ha deciso di rovinare il concerto a Capocolonna”. Scherza così Lino Patruno prima di iniziare la sua esibizione nel museo dei Giardini di Pitagora

Video - Standing ovation per il Jazz show di Lino Patruno nella sua Crotone

CROTONE - “Dio non è jazzista ma è rockettaro ed ha deciso di rovinare il concerto a Capocolonna”. Scherza così Lino Patruno prima di iniziare la sua esibizione nel museo dei Giardini di Pitagora scelto come luogo di ripiego per permettere uno spettacolo che altrimenti non si sarebbe potuto svolgere nel teatro all'aperto del promontorio Lacinio. Troppo vento a Capocolonna non avrebbe permesso di gustare uno jazz show di altissima qualità e soprattutto il ritorno a Crotone di uno dei suoi figli più celebri.
Paradossalmente, però, l'imprevisto meteorologico ha fatto sceglie un luogo per tenere i concerto che si è rivelato più intimo. Tra il jazzista crotonese, la sua band ed il pubblico che ha affollato la sala museale si è creato un feeling che probabilmente nel teatro di Capocolonna non sarebbe stato lo stesso. Così il maestro Lino Patruno, 87 anni, in alcuni casi, ha potuto 'dirigere' il pubblico nel tenere il tempo schioccando le dita, mentre i suoi musicisti interagivano direttamente con la platea a pochi centimetri da loro. Il concerto organizzato dal consorzio Jobel ha segnato il rientro di Lino Patruno a Crotone che ha raccolto un invito di Paolo Cerrelli il quale aveva letto un post sui social del jazzista che esprimeva il desiderio di tornare a Crotone.

Prima del concerto Lino Patruno si è intrattenuto a parlare del suo rapporto con Crotone ed in particolare con il “Kroton jazz festival” organizzato da direttore artistico per dieci anni dal 1997: “Se mi danno la direzione artistica si può rilanciare, altrimenti no!”, Poi parole di elogio per Sergio Cammariere: “lo abbiamo invitato in una serata con Romano Mussolini a salire sul palco dell'Apollo e fece un paio di pezzi con grande successo. E' un bravo musicista”. Ed infine, prima il ricordo di “Tony Bennet, il più bravo cantante al mondo che era di origine calabrese” e poi la sentenza: “Il miglior cantante in questa epoca è Michael Bublé”.
Il 'Jazz show' di Patruno e dalla sua band ha proposto brani dagli anni 20 agli anni 50: “Poi basta, perché il jazz è diventato brutto. Io amo New orleans, Dixieland, Chicago, Glen Miller, Charlie Parker, il primo Miles Davis, Chet Baker, John Coltrane che era amico mio. Il jazz di oggi mi annoia da morire”. Non ha annoiato invece lo spettacolo di Lino Patruno che con la sua Hofner ha dato il via ad una scaletta partendo da un classico degli anni 20 “Honeysuckle Rose” di Thomas "Fats" Walle proseguito con “Take the train” di Duke Ellington. Bellissime anche le versioni di 'Cheek to cheek' e di 'Amaposa'. Nel suo Jazz Show, il maestro Lino Patruno ha come compagni di viaggio cinque favolosi musicisti: Fabio Crescenti (contrabasso), Orazio Maugeri (sassofono), Giampaolo Biagi (batteria), Mauro Carpi (violino), Riccardo Randisi (pianoforte) che con le loro improvvisazioni. Nonostante le difficoltà di un'acustica non perfetta del luogo - hanno raccolto applausi a scena aperta. Bella anche la voce di Antonella Parnasso (anche lei di origine crotonesi) che si è esibita in “Dream a little dream” ed ha poi concluso il concerto con When the Saints go marching in' nel quale si sono esaltate le doti da solita dei musicisti nelle loro variazioni. Standing ovation finale del pubblico per Lino Patruno che era ebbro di felicità.




Giuseppe Pipita

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