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Cronaca | 20 settembre 2023, 14:18

Premio 'Dodò Gabriele' , la mamma del piccolo agli studenti: ragazzi non abbassate la testa davanti alla mafia

Consegnati i riconoscimenti a magistrati e investigatori che con la loro attività hanno inferto duri colpi alla criminalità in tutta Italia.

Premio 'Dodò Gabriele' , la mamma del piccolo agli studenti: ragazzi non abbassate la testa davanti alla mafia

CROTONE - “Vi chiedo nel nome di Dodò di non abbassare mai la testa e chiedere sempre giustizia, verità, legalità e libertà”. Sono le parole pronunciate da Francesca Anastasio, mamma di Dodò Gabriele, nel corso della seconda edizione del premio intitolato proprio alla memoria del bambino ucciso di un agguato di mafia nel 2009 a Crotone la cui cerimonia di consegna si è svolta il 20 settembre proprio nel 14° anniversario della morte del piccolo.
Il riconoscimento per il 2023 è stato assegnato a magistrati e investigatori che nel corso della loro attività hanno inferto duri colpi alle mafie in tutta Italia: il prefetto Renato Cortese che ha arrestato Provenzano, il prefetto Guido Longo che ha arrestato boss della camorra come Francesco 'Sandokan' Schiavone, Michele Zagaria, Giovanni Nuvoletta, il procuratore di Lamezia terme, Salvatore Curcio e quello di Vibo Valentia, Camillo Falvo, il sostituito procuratore di Cosenza Marisa Manzini, il presidente del Tribunale dei minori di Treviso, Giuseppe Spadaro, il comandante dei Ros, generale Pasquale Angelosanto, il sostituto procuratore della Dda, Domenico Guarascio (questi ultimi due non hanno potuto partecipare)

"Questo premio - hanno ribadito poi Giovanni Gabriele e Francesca Anastasio - nasce per la volontà di fare qualcosa di costruttivo da una giornata tremenda per noi. È un premio a chi ha scelto di stare dalla parte del giusto. Ragazzi, dobbiamo sentire, vedere e parlare. Non essere omertosi".
La cerimonia si è svolta nell'aula magna dell'Itcv 'Lucifero' che, è stato annunciato dal dirigente scolastico Girolamo Arcuri, sarà intitolata a Dodò Gabriele. Tutti gli interventi sono stati centrati sulla necessità di prendere le distanze dalle mafie: “La ndrangheta ragazzi cerca di rubarvi la vita - ha detto Renato Cortese nel suo intervento - e per questo dovete prenderne le distanze. I mafiosi vanno isolati e non bisogna dare loro consenso”.

Salvatore Curcio, magistrato che ha coordinato le indagini e seguito il processo degli assassini di Dodò ottenendo la loro condanna all'ergastolo si è rivolto ai genitori del piccolo ucciso mentre giocava a calcetto: “Giovanni e Francesca sono stati esemplari hanno avuto coraggio di non chiudersi ed hanno fatto della loro esperienza tragica un momento di crescita di tutta la Calabria testimoniando come si debba stare dalla parte giusta”. Per Camillo Falvo quella contro la mafia “è una guerra che deve coinvolgere tutti. Gli arresti servono a poco, è come togliere acqua del mare con il secchio. Non dobbiamo dare consenso è vero, ma neppure stare indifferenti”. “La repressione è importante - gli ha fatto eco Marisa Manzini - ma serve la prevenzione: bisogna far rendere conto alle persone ed ai giovani cosa è la ndrangheta e cosa è la sua crudeltà”.

Si è rivolto direttamente agli studenti Guido Longo: “Noto da anziano che i giovani non accettano che qualcuno si appropri della loro vita. Allora vi dico: continuate su questa strada per emarginare i pochi che fanno vivere male i molti”. Infine, Giuseppe Spadaro, magistrato di origine calabrese, ha chiesto ai ragazzi di “fare i bulli per la legalità perché serve più coraggio a rispettare le regole che ad infrangerle”.

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