Dati istat

La Calabria si spopola: calano le nascite, cresce l’emigrazione

Non si ferma il crollo delle nascite: nel 2023 sono sei i neonati ogni mille abitanti. Lo dicono gli indicatori demografici del 2023 pubblicati dall'Istat. Anche in Calabria la situazione non è rosea.

Calo nascite

Culle sempre più vuote in Italia. Non si ferma il crollo delle nascite: nel 2023 sono sei i neonati ogni mille abitanti. A scattare la fotografia della popolazione nel nostro Paese sono gli indicatori demografici dell’anno 2023 pubblicati il 29 marzo dall’Istat. Anche in Calabria la situazione non è rosea e come scrive Francesco Aiello elaborando i dati su opencalabria.com “nel corso del 2023, le nascite in Calabria hanno registrato una diminuzione dell’1.5%, contribuendo al declino della popolazione regionale che si è attestata a 1.838.000 individui (-4.6 per mille abitanti rispetto al 2022”.

Gli immigrati

La popolazione, secondo i dati dell’Istat, resta quasi stabile grazie alle immigrazioni dall’estero. Al primo gennaio 2024 i residenti sono 58 milioni 990mila unità, in calo di 7mila unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-0,1 per mille abitanti). Ma il Paese è spaccato. Nel Mezzogiorno la variazione è negativa (-4,1 per mille), al Nord, invece, aumenta del 2,7 per mille ed è stabile quella del Centro (+0,1 per mille). Il calo demografico è più sensibile nelle aree interne del Mezzogiorno dove ha interessato quattro Comuni su cinque.

Fuga dalla Calabria

Il risultato negativo della Calabria – secondo l’analisi di opencalabria.com è stato influenzato da due fattori principali: il tasso migratorio totale (-0.1per mille) e il tasso di crescita naturale della popolazione. (-0.4,5per mille). In dettaglio, si ha che nonostante l’aumento delle iscrizioni nette dall’estero, con un tasso migratorio estero pari a +5.31 per mille, non è stato possibile ottenere un saldo migratorio totale positivo (risultando negativo a -0.1 per mille), a causa del persistente tasso migratorio interno. Quest’ultimo, relativo ai cambi di residenza dalla Calabria verso altre regioni e viceversa, si è attestato nel 2023 a -5.39 per mille. Parallelamente, si è verificato un tasso di crescita naturale negativo (-4.5 per mille), poiché il tasso di natalità (+7.2%) non è stato sufficiente a compensare il tasso di mortalità (-11.7 per mille).
“Emerge con chiarezza da questi dati – afferma Francesco Aiello – la conferma della tendenza di lungo periodo che, purtroppo, vede la Calabria perdere residenti, con il rischio concreto di diventare sempre più piccola, impoverita e dipendente dall’assistenza pubblica”.
“D’altra parte – prosegue Aiello – i recenti dati pubblicati dalla Svimez avvalorano questa previsione, evidenziando il deterioramento della nostra regione nella Classifica europea del PIL pro capite, il quale è principalmente legato alla nostra incapacità di implementare politiche di sviluppo capaci di valorizzare settori in cui abbiamo margini di competitività, anche sui mercati internazionali. Le responsabilità – conclude Aiello – sono diffuse, ma un ruolo significativo è stato svolto dall’atteggiamento culturale dei Calabresi, i quali sembrano vivere in un’eterna attesa di azioni risolutive da parte di attori esterni”

I dati nazionali

Andando ai dati nazionali Istat, risulta che i nati sono 379mila, con un tasso pari al 6,4 per mille (in diminuzione rispetto al 6,7 per mille dell’anno precedente). In un anno si contano 14mila bimbi nati in meno. Ma la diminuzione è notevole se si guarda al 2008, ultimo anno in cui c’è stato un aumento delle nascite: 197mila neonati in meno (-34,2%). Il numero medio di figli per donna scende da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi sempre più al minimo storico di 1,19 registrato nel lontano 1995. Maglia nera per la fecondità resta la Sardegna, stabilmente sotto il livello di un figlio per donna per il quarto anno consecutivo. Il tasso scende ulteriormente nel 2023 a 0,91 contro lo 0,95 del 2022. Conferme anche in cima alla classifica con il Trentino-Alto Adige che resta al primo posto (anche se passa dal 1,51 del 2022 al 1,42). Seguono Sicilia e Campania, con un numero medio rispettivamente pari a 1,32 e 1,29. Nelle tre regioni, inoltre, ci sono le neomamme più giovani della Penisola.

Decessi in calo

In discesa anche i decessi: 661mila nel 2023, pari all’8% in meno rispetto al 2022. Il calo della mortalità si traduce in un cospicuo balzo in avanti della speranza di vita che si porta a 83,1 anni, allungandosi di sei mesi. E la popolazione tende a invecchiare. L’età media al 1° gennaio è di 46,6 anni, in crescita di due punti decimali (circa tre mesi) in un anno. Gli over 65 costituiscono il 24,3% della popolazione totale, contro il 24% dell’anno precedente. Aumenta anche il numero di over80 ed è record di ultracentenari che raggiungono il più alto livello storico, superando quota 22mila e 500. La Liguria è la regione più anziana, con una quota di over 65 pari al 29%.