Sin crotone

Bonifica, Rizzo è tornata ed invita Voce “a non pescare nel torbido”

L'ex assessore regionale all'ambiente ha aderito al comitato 'Fuori i veleEni' e punta il dito contro il primo cittadino

Generico aprile 2024
CROTONE – “In questa battaglia è essenziale essere uniti a difesa dei valori della vita e della salute. I diversivi servono solo a chi vuole sfuggire alle proprie responsabilità e consentire di lucrare sulla pelle dei cittadini, a danno della nostra città”. Lo sostiene l’ex assessore regionale all’ambiente Antonella Rizzo, a proposito del tentativo di azzerare il divieto di smaltire i rifiuti della bonifica industriale in Calabria e nell’area di Crotone in particolare. Rizzo è tornata a rilasciare dichiarazioni dopo un lungo periodo di silenzio e dopo avere aderito al comitato ‘Fuori i velEni’ tra i cui promotori c’è anche l’ex governatore della Calabria Mario Oliverio che di quel divieto, insieme a lei, fu tra i principali fautori.
“Finalmente – aggiunge l’ex assessore con una nota – dopo anni di silenzio si affronta in maniera seria e determinata la vicenda della bonifica del sito industriale di Crotone. Lo si fa lontano da facili populismi, da toni demagogici propri dei novelli masaniello, dalla mistificazione di dati per altro inconfutabili.
Lo si fa con un Comitato che raccoglie donne e uomini di diversi orientamenti e percorsi politici, istituzionali e culturali, ma uniti dal bene comune della tutela della salute e della difesa del nostro territorio. In questa importante ed impegnativa battaglia non si parte da zero, ma da un punto fondamentale stabilito dalla Conferenza dei servizi decisoria dell’ottobre 2019 tenuta presso il ministero dell’Ambiente”.
Rizzo ricorda che “quella Conferenza dei servizi, grazie al ruolo attivo della regione Calabria, con presidente Mario Oliverio, del Comune e della Provincia di Crotone guidati da Ugo Pugliese, faceva proprio il vincolo del Paur, ovvero la rimozione e il conferimento dei veleni presso discariche autorizzate fuori da Crotone e dalla Calabria. Voglio con orgoglio ricordare – aggiunge – che quel documento arrivato dopo tre anni di confronto serrato con Eni, porta anche la mia firma. È stata una battaglia con una multinazionale che non è certamente abituata alla sinergia tra le istituzioni che per la prima volta si presentavano unite nella difesa del territorio e della salute dei cittadini”.
“Altro che collina dei veleni” scrive l’ex assessore, con riferimento al tentativo dell’allora Syndial di trasferire i rifiuti delle discariche a mare sulle aree ex Pertusola ed ex Agricoltura e camuffarli di verde, poi ribaltato con l’obbligo di portarli fuori regione. “La verità è che oggi si cerca in tutti i modi di rimuovere proprio quel vincolo – ribadisce – tanto che è stato necessario far nascere un Comitato, a cui ho aderito, per impedire che ciò avvenga”. Mi piace altresì ricordare che allora fu anche sottoscritto un protocollo di legalità tra Comune, Regione, Provincia e le associazioni datoriali e sindacali in Prefettura per prevenire tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli interventi di bonifica”.
Nel mirino della rediviva Rizzo c’è il sindaco Voce, che accusa di provare “a pescare nel torbido cercando di creare disinformazione e confusione”, quando “per il ruolo che ricopre alla guida della città” dovrebbe invece “preoccuparsi di fare rispettare quelle decisioni e costringere Eni ad adempiere alle decisioni assunte, piuttosto che polemizzare con noi. Vorrei ricordare che la controparte non siamo noi, ma si chiama Eni e in questa direzione bisognerebbe concentrare ogni sforzo ed azione politica ed istituzionale”.