Sanità

In ospedale Crotone intervento salvavita con awake anesthesia

Intervento chirurgico su di una paziente ad altissimo rischio anestesiologico, con considerevoli controindicazioni rispetto all’anestesia generale

ospedalekr

CROTONE – È stato eseguito all’ospedale ‘San Giovanni di Dio’ nei giorni scorsi, un intervento chirurgico salvavita su di una paziente ad altissimo rischio anestesiologico, con considerevoli controindicazioni rispetto all’anestesia generale. La paziente, una giovane donna di Crotone che aveva già subito trapianto di cuore e polmoni, affetta da importanti patologie respiratorie, riferisce una nota dell’Asp di Crotone, si era vista negare l’intervento, seppur necessario, in diversi centri specialistici del Nord Italia, con la motivazione che l’anestesia generale avrebbe costituito un grave rischio.
Al San Giovanni di Dio di Crotone, invece, è stato possibile eseguire l’importante intervento di area ginecologica, grazie alla awake anesthesia e all’equipe chirurgica composta dai medici Mimmo Galea e Serena D’agostino e dall’anestesista Tommaso Sorrentino. Il dottore Sorrentino, in particolare, prosegue la nota, “è il promotore scientifico, nella città pitagorica, di queste  modernissime tecniche di anestesia loco-regionale, eseguite in pochissimi centri italiani”.
La awake anesthesia, o sedazione cosciente, lascia il paziente rilassato ma cosciente. I pazienti ricevono un’anestesia locale nell’area da trattare per eliminare il dolore durante la procedura e gas Pro-Nox per alleviare qualsiasi ansia.
Soddisfazione per l’importante risultato raggiunto è stata espressa dal commissario straordinario dell’Asp di Crotone Antonio Brambilla, in quanto l’“awake anesthesia” “rappresenta una best practice, permettendo al paziente di subire interventi di chirurgia addominale senza ricorrere all’anestesia generale e garantendo un recupero molto rapido”. Una tecnica che a Crotone costituisce ormai da circa un anno una realtà ed un’opportunità a disposizione di tutta l’utenza, ancor di più dei pazienti considerati “a rischio”, in quanto affetti da particolari patologie.  La paziente, intanto, è stata dimessa e sta bene.