Presentata diffida

Bonifica Crotone, chi asseconderà Eni ne risponderà penalmente

Iniziativa legale di Pd, Italia Viva e Arci verso chi deve esaminare la richiesta di modifica del Paur in conferenza dei servizi

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CROTONE – Chi deciderà di revocare l’esito della conferenza dei servizi del 2019 si assumerà “direttamente e personalmente la responsabilità giuridica e penale di continuare a ledere irrimediabilmente il territorio della città di Crotone e la salute dei cittadini e della comunità e la vocazione turistica della città”.
E’ il messaggio inviato ad istituzioni ed Eni con la diffida legale con messa in mora che è stata depositata il 6 maggio – a nome del segretario di federazione del Pd, Leo Barberio insieme al segretario cittadino di Italia Viva, Mario Galea, e di Filippo Sestito, presidente dell’Arci di Crotone – dall’avvocato Francesco Pitaro del foro di Catanzaro nei confronti del Ministero dell’Ambiente per affrontare la grave questione dello smaltimento fuori regione dei rifiuti derivanti dalla bonifica dell’area industriale di Crotone. Destinatari della diffida sono anche Regione Calabria, Provincia e Comune di Crotone, Eni e Prefetto di Crotone.
“Abbiamo deciso di diffidare il ministero, Eni e le autorità competenti a procedere con urgenza allo smaltimento dei rifiuti richiedendo che tutti gli enti coinvolti adottino misure immediate per garantire che gli obblighi precedentemente assunti siano rispettati. Ci riserviamo, inoltre, di procedere con azioni legali a tutela del territorio e della comunità di Crotone” si legge in una nota inviata dai promotori dell’iniziativa legale.

Nella diffida, nella quale ci si riserva di presentare un esposto alla Procura di Crotone, è evidenziata “la condotta omissiva ed inadempiente di chi avrebbe potuto fare e non ha fatto” e che “tale condotta omissiva ed inadempiente si riflette direttamente e negativamente nei confronti della comunità di Crotone e ciò in quanto l’esistenza di rifiuti pericolosi, frutto di attività industriali, incide sulla salute dei cittadini”.
Pd, Italia Viva ed Arci ricordano che “nonostante l’adozione del PAUR (provvedimento autorizzatorio unico regionale) e il Piano operativo di bonifica (POB fase 2), vi è stata una totale mancanza di azione concreta per rimuovere i rifiuti da parte di Eni che, pur avendo assunto l’obbligo di smaltire i rifiuti fuori dalla regione Calabria, non ha ancora iniziato lo smaltimento chiedendo una nuova conferenza dei servizi, iniziata lo scorso 3 marzo e che si dovrebbe pronunciare il prossimo 17 giugno, dove avanzare la proposta di smaltimento delle scorie sul territorio Calabrese”.

La diffida legale a tal proposito evidenzia che sarebbe “totalmente illegale ed illogico, dopo 5 anni, di permanente condotta omissiva, procedere alla modifica dell’impegno mai osservato ed assecondare la volontà di Eni autorizzando lo smaltimento dei rifiuti pericolosi industriali nella città di Crotone e nella regione Calabria”.
“Nonostante gli impegni presi e le disposizioni normative in vigore – si legge nel comunicato – vi è stata una sostanziale inerzia nel trattare questi rifiuti da parte di Eni, che rappresentano una minaccia diretta per la salute dei nostri cittadini e l’integrità del nostro ambiente”.
Nella diffida è sottolineato che “l’omesso smaltimento dei rifiuti pericolosi industriali integra le ipotesi di reato di inquinamento ambientale, morte o lesione come conseguenza di inquinamento ambientale, disastro ambientale e omessa bonifica”.