Cronaca

Anno giudiziario, Introcaso: la fiducia nei magistrati ridotta al minimo storico

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LAMEZIA – “L’ultimo anno è stato segnato, ancora una volta, dal fenomeno pandemico e dalle ulteriori criticità verificatesi nel corpo della magistratura, nazionale e distrettuale”. Così il presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese che si è tenuta nell’aula bunker di Lamezia Terme.
“Su tale ultimo aspetto – ha proseguito Introcaso – l’onda lunga della crisi continua a disegnare uno scenario di incertezza nell’opinione pubblica, presso la quale l’indice di fiducia in noi magistrati è ridotto al minimo storico, al 30%. Scenario in cui si inseriscono le censure del giudice amministrativo alle nomine del Csm. Ma le analisi anche interne  – ha poi detto – sono parziali e fuorvianti in quanto indirizzate alla soggettivizzazione dei fenomeni, tali da non spiegare le dinamiche di essi. Ritengo che ricondurre gli eventi che hanno interessato il corpus magistratuale a questione etica sia riduttivo. Le decisioni fuori dalle sedi istituzionali e con l’esclusione dei soggetti, laici e magistrati,  deputati ad assumerle, comportano un deficit inammissibile di democrazia in quanto curvano il potere democratico di scelta del Cms a logiche di lobby".
"In tale ambito di distorsione dei poteri, correlata ad appartenenza, si inserisce – ha aggiunto il presidente della Corte d’appello di Catanzaro – la corruzione del procedimento elettorale e del consenso, sempre meno ideale e ideologico ma orientato prevalentemente a logiche di convenienza il più delle volte carrieristica. Il contesto cennato delinea dunque non solo e non tanto una questione morale ma una questione di democrazia che in troppi – prima di tutto i magistrati – vogliono mettere superficialmente in secondo piano, e sulla bisogna intervenire con la modifica della legge elettorale del Csm”.