Cronaca

Crollo del muro nel cantiere del lungomare: disposto maxi risarcimento

Il Tribunale civile di Crotone condanna Comune, azienda e direttore dei lavori a risarcire i familiari dell'operaio Chiriac Dragos Petru

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CROTONE – Oltre 900 mila euro. E’ questo l’ammontare del risarcimento che dovranno pagare in solido il Comune di Crotone, la Crotonscavi Costruzioni Generali spa, l’ingegnere Sergio Dinale ai familiari di Chiriac Dragos Petru, l’operaio rumeno morto nel crollo del muro del cantiere del lungomare avvenuto il 5 aprile 2018. Lo ha stabilito, con sentenza del 30 marzo, il giudice Antonio Albenzio ritenendo sussistere la responsabilità civile di azienda, committente dei lavori e responsabile della sicurezza, per il crollo del muro a causa del quale ha perso la vita Chiriac Dragos Petru. Un incidente che ha provocato anche la morte di altri due operai, Giuseppe Greco, 51 anni, e Mario De Meco, 56 anni di Isola Capo Rizzuto.
Il Tribunale civile ha accolto pressoché in toto le istanze della moglie, rappresentata dall’avvocato Daniela Zara, e quelle dei quattro fratelli della vittima, rappresentati dall’avvocato Antonio Natali e dallo Studio 3A-Valore Spa. Il giudice della prima sezione civile del Tribunale di Crotone, ha stabilito un risarcimento di 304 mila euro per la moglie dell’operaio e di 147.100 euro per ognuno de quattro fratelli (in totale 588 mila euro). Comune, Crotonscavi e Dinale sono stati condannati anche a rifondere ai familiari tutte le spese di lite, calcolate in 61.128 euro. 
Il giudice Albenzio, anche sulla scorta delle indagini penali, nella sentenza ha riaffermato la piena fondatezza della domanda risarcitoria e le responsabilità in capo ai soggetti citati in giudizio. L’acclarata circostanza che il preesistente muro crollato presentasse “evidenti ed enormi fessurazioni e cedimenti” e non desse “percezione di un chiaro stato di stabilità anche per la consistenza disomogenea dei materiali”, unito al fatto che “le lavorazioni effettuate dalla ditta appaltatrice interessavano proprio la zona immediatamente antecedente il muro stesso, avrebbero reso esigibile a carico dell’impresa un più accurato studio delle condizioni geomorfologiche del terreno interessato dai lavori e di quelle strutturali del muro immediatamente adiacente il luogo di svolgimento dei lavori, con conseguente configurabilità di un comportamento colposo omissivo nella mancata messa in sicurezza del cantiere” solo per citare un passo della sentenza del giudice. “A fronte di queste gravissime inadempienze”, il magistrato definisce del tutto “priva del benché minimo fondamento logico, oltre che giuridico, la deduzione difensiva della società appaltatrice che, in spregio agli elementari principi giurisprudenziali, asserisce, addirittura, che non è compito del datore di lavoro dell’impresa esecutrice valutare i rischi connessi al progetto dell’opera, poiché compete al coordinatore in fase di progettazione e di esecuzione”.
Sull’incidente è ancora il processo penale con 5 persone imputate che è alle prime battute. "Il pronunciamento del giudice civile – si legge in una nota dello Studio 3A che rappresenta anche la mamma di Chiriac Dragos Petru – è anche un’importante iniezione di fiducia per la mamma del giovane operaio, che ha preferito posticipare l’iter risarcitorio per potersi costituire parte civile nel processo penale e seguire da vicino, passo passo, il cammino per ottenere giustizia per il figlio".