Cronaca

Imprese sempre più strette nella morsa dell’usura, la denuncia di Confcommercio

conf comm
“Il perdurare della pandemia, gli effetti delle restrizioni e, per ultimo, la guerra in atto hanno messo a dura prova un tessuto economico già fragile come quello crotonese, determinando, di conseguenza, la necessità di concentrare l’attenzione su fenomeni criminali quali l’usura e i tentativi di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico. In questo contesto occorre la sinergia tra istituzioni, forze dell’ordine e associazioni affinchè si creino le condizioni ideali per spingere gli imprenditori a denunciare questi atti criminosi. Nel contempo è necessario assicurare liquidità alle imprese in difficoltà, evitando le lungaggini burocratiche che, fino ad oggi, non hanno permesso di fornire i sostegni nei tempi previsti dai tavoli di concertazione con gli enti preposti."
Lo ha affermato il presidente di Confcommercio Crotone Antonio Casillo, in occasione della presentazione della nona edizione della Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità ci piace”, un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese.
Quest’anno l’Ufficio Studi Confcommercio ha incentrato la sua indagine sulla diffusione dell’usura che, anche a causa della pandemia, è diventata la piaga principale per le imprese. Infatti, secondo l’indagine, oltre ad essere percepito come il reato che aumenta di più, l’usura è anche un fenomeno che penalizza lo sviluppo delle imprese e frena la crescita.
Questi i dati di sintesi dell’indagine.
Con riferimento ai livelli di sicurezza emerge che nel Sud le imprese del terziario di mercato che percepiscono un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021 sono il 16,6%, un valore più elevato rispetto alla media nazionale pari all’11,8%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 30%), un dato superiore alla media nazionale del 27%. ll racket è in crescita per il 22% delle imprese, dato superiore alla media nazionale del 21%. In generale, nel Mezzogiorno l’andamento di tutti i fenomeni criminali rilevati risulta in maggior crescita rispetto alla media nazionale.
L’esposizione all’usura e al racket: L’8,3% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, il dato risulta inferiore a quello nazionale pari all’11%. La percentuale di imprenditori che sono molto preoccupati per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui operano è del 19,1%, dato superiore alla media nazionale pari al 17,7%.
Di fronte a fenomeni di usura e racket il 66,7% delle imprese del Sud ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore superiore alla media nazionale del 58,4%) e il 41% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato più elevato della media nazionale pari al 33,6%).
Per quanto riguarda il decoro urbano e la qualità della vita il l 20% delle imprese del Sud ritiene che nell’ultimo biennio la qualità della vita nel centro urbano sia peggiorata, la media nazionale è del 19,9%. Quanto al degrado urbano, il 45,3% degli imprenditori del Sud ritiene degradati i centri di piccole dimensioni (comuni con meno di 10.000 abitanti), un dato decisamente superiore a quello nazionale pari al 27,9%. Rispetto ai centri più grandi (comuni con più di 10mila abitanti), il 54% delle imprese del Sud considera degradate le periferie (il dato nazionale è pari al 47,1%) e il 33,3% giudica degradati i centri storici (il dato nazionale è pari al 21,6%)