Cronaca

Festa Capocolonna, i fuochi d’artificio li fanno i privati. E’ strappo con la curia

fuochi capocolonna

I fuochi d’artificio per la festa della Madonna di Capocolonna si faranno.  L’iniziativa è di due privati, l’Fc Crotone e Fenimprese che – nonostante il vescovo di Crotone abbia detto chiaramente di "confermare ufficialmente la decisione ecclesiale di non realizzare i tradizionali fuochi pirotecnici" –  hanno deciso comunque di farli mettendoci parte dei soldi ed avviando una raccolta fondi tra cittadini ed imprese con un duplice scopo: aiutare le famiglie dei profughi ucraini che sono ospiti in città e, appunto, fare i fuochi artificiali domenica 15 maggio.
"Questa iniziativa – dice il presidente dell’Fc Crotone, Gianni Vrenna –  è un contributo a profughi ed un regalo alla città  di segnale di ripresa e positività". Di "aiuto a imprese per il risvolto economico dei fuochi" parla Luca Mancuso, presidente di Fenimprese: "Abbiano messo al centro la sobrietà perché faremo cose sobrie, la solidarietà e l’aggregazione".
La somma raccolta – spiega Andrea Esposito, direttore di Fenimprese – sarà divisa in parti uguali: 50 per cento per aiuti sociali e 50 per cento per realizzare i fuochi (il cui costo può variare, a seconda della somma che verrà raccolta, da 6.000 a 15 mila euro).
L’iniziativa ha ottenuto il sostegno morale del Comune di Crotone che, precisa il sindaco Vincenzo Voce, "non ci mette un euro" ma "appoggia l’iniziativa che va vista come pacificazione: i fuochi si fanno non perché si sono sempre fatti o per fare uno sgarro al vescovo, ma perché vanno visti sotto l’aspetto sociale come uscita dalla pandemia". Il sindaco aggiunge che  "non c’è strappo tra Amministrazione comunale e Curia. Da diversi giorni ho una interlocuzione con il vescovo che spiegando la sua decisione ha ribadito la necessità di pensare ai valori della religione. L’Amministrazione deve valutare altri aspetti come quelli economici insieme alle imprese".
Sembra evidente che, anche se non è uno sgarro come sostiene il sindaco, sia comunque una mancanza di rispetto nei confronti del vescovo (che già sui social aveva ricevuto insulti contro i quali, però, nessuno ha espresso parole di condanna). Monsignor Panzetta in ben due messaggi ha detto che bisognava evitare di bruciare risorse economiche nei fuochi d’artificio per destinarli a scopi sociali ma anche per evitare ai profughi ucraini di sentire il fragore dei botti che ricorda i bombardamenti.
Una scelta quella del vescovo (su Crotone e per le altre feste patronali nelle parrocchie della Diocesi) che – si badi bene – non è stata presa dalla sera alla mattina ma dopo aver ascoltato il Consiglio presbiterale: scelta condivisa da tutti i parroci. Lo scopo era portare in primo piano il valore delle festa religiose e del culto della Madonna di Capocolonna. A Crotone però pare che, per molti, la festa siano solo i fuochi.