Cronaca

La Finanza sequestra beni per 1.5 milioni all’ex parroco di Isola Capo Rizzuto

Don Scordio è stato già condannato ad otto anni in Appello per associazione mafiosa

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La Guardia di finanza ha sequestrato beni per il valore di 1,5 milioni di euro all’ex parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio. Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Crotone, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ad eseguire mercoledì 1 giugno il decreto con il quale il Tribunale di Catanzaro – Ufficio Misure di Prevenzione, ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio, del valore di circa 1,5 milioni di euro, riconducibile all’ex parroco di Isola di Capo Rizzuto don Edoardo Scordio, ed a due suoi familiari.
Don Scordio, arrestato nel 2017 nell’operazione Jonny, è stato condannato nel processo di Appello a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa in quanto ritenuto promotore della truffa ai danni dello Stato attraverso la quale si distraevano i soldi per la gestione del centro di accoglienza di migranti di Isola Capo Rizzuto a favore della cosca Arena. Don Scordio che ha 75 anni, attualmente,  si trova agli arresti domiciliari presso il Centro internazionale di studi rosminiani di Stresa in provincia di Verbania.
Il sequestro ha riguardato 3 fabbricati e una villa di pregio, un autoveicolo la partecipazione totalitaria in una società, all’epoca dei fatti attività del settore del turistico alberghiero, tutti i rapporti bancari intestati riconducibili all’ex parroco ed ai familiari. Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Crotone, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile ai destinatari del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.
Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, è ancora in corso. Le investigazioni hanno riguardato le vicende patrimoniali degli interessati a partire dal 2009 e si sono avvalse delle risultanze investigative derivanti proprio dall’operazione “Jonny”.