Provincia

Strongoli, lupara bianca: una messa per Gabriele sperando che dopo nove anni "chi sa parli"

de  tursi

"L’omertà uccide la libertà e la speranza" scrive il referente di Libera Crotone, Antonio Tata, annunciando la celebrazione di una messa per ricordare Gabriele De Tursi, il giovane di Strongoli di cui non si hanno più notizie dal 5 giugno 2013.
"Ancora una volta possiamo solo offrire la nostra vicinanza ed il nostro affetto ai familiari di Gabriele" aggiunge Tata. "E lo faremo recandoci domenica 5 giugno, alle ore 10.30 nel Duomo di Strongoli per partecipare ad una santa messa. Subito dopo ci recheremo a deporre dei fiori nel punto dove è stata ritrovare la moto del giovane Gabriele".
A distanza di nove anni di Gabriele De Tursi non si sa ancora che fine abbia fatto. Quel giorno, era pomeriggio, uscì di casa come al solito con la sua inseparabile moto, una Honda Hornet 600, pronta a portarlo alla Marina per il consueto caffè al bar. Da allora nessuno lo ha più visto.
Scartata l’ipotesi dell’allontanamento volontario, si pensò ad un incidente stradale, ma le indagini ed i sopralluoghi di carabinieri, anche con l’elicottero, su una vasta zona tra Strongoli ed i paesi confinanti lo esclusero. Tanto più che un anno dopo la moto venne ritrovata intatta in aperta campagna, in un’area già battuta palmo a palmo dai militari.
"Avrei voluto che mi facessero ritrovare mio figlio per avere un posto in cui andare a piangere o per portare un fiore sulla sua tomba" disse la mamma di Gabriele in quell’occasione. La donna non ha mai perso la speranza di avere notizie sulla sorte del figlio. "Qui a Strongoli – ha ribadito nell’ultimo appello lanciato a Natale dello scorso anno – sanno benissimo che fine ha fatto mio figlio. Più volte mi è stato mandato a dire che mi devo rassegnare, che Gabriele non c’è più, che a casa non tornerà. Non sono ingenua, l’ho capito benissimo. Allo stesso modo però, per pietà umana nei confronti di una madre, mi si faccia sapere dove posso trovare i suoi resti".
"Anche in questa occasione – annuncia il referente locale di Libera – continueremo a ripetere insieme con forza e convinzione chi sa parli perché vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre".