Cronaca

La discarica non poteva essere ampliata, ma la sentenza del Tar arriva troppo tardi

Dopo due anni dal ricorso i giudici amministrativi danno ragione ai cittadini contro l'ordinanza della regione Calabria per l'aumento della volumetria dell'impianto di Columbra.

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CROTONE – Avevano ragione i cittadini: quell’ampliamento della discarica di Columbra non si poteva fare. Purtroppo per loro la sentenza del Tar Calabria (presa il 6 luglio 2022 e pubblicata giorno 22) è arrivata con due anni di ritardo e la discarica del gruppo Vrenna è ormai stata già ampliata secondo le disposizioni impartite dall’ordinanza numero 246 del 7 settembre 2019 firmata dall’allora presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, per far fronte all’emergenza rifiuti.
Con quell’atto si stabiliva che la discarica privata di Crotone dovesse smaltire i rifiuti provenienti dalle altre province calabresi non essendo disponibili in Calabria altri impianti. Per questo l’ordinanza disponeva un ampliamento dell’impianto della volumetria fino al raggiungimento di 120.000 tonnellate di rifiuti conferiti.
Nell’immediatezza i cittadini di Cutro e Papanice e le associazioni ambientaliste – assistiti dagli avvocati Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti – avevano fatto ricorso contestando principalmente l’abuso dello strumento dell’ordinanza contingibile e urgente poiché, sostenevano, il collasso del sistema della gestione dei rifiuti non era più un’emergenza in quanto era prevedibile da tempo visto che la situazione perdurava ormai da 4 anni.
Altri punti di contestazione riguardavano i pareri tecnici per le autorizzazioni e l’inidoneità dell’ubicazione della discarica posta a meno di 2 km dalla frazione di Papanice (la norma prevede che questi impiant debbano essere ad almeno 2 km da centri abitati). Inoltre veniva contestata la mancanza di istruttoria da parte del Presidente della Regione che non aveva previamente verificato la salubrità della scelta di ampliare un impianto che si trova in un territorio già esiste una discarica dismessa e mai bonificata, un termovalorizzatore privato per rifiuti speciali ospedalieri, un compattatore pubblico per rifiuti urbani di Crotone e Cosenza, un’altra discarica di un milione di metri cubi ove sono stati smaltiti rifiuti (metalli pesanti, sostanze chimiche e radioattive) prodotti in 70 anni di attività industriali.
Il Tar nell’immediatezza del ricorso non aveva concesso la sospensiva dell’ordinanza ritenendo prioritari gli interessi pubblici riguardo allo smaltimento dei rifuti. Dopo due anni, ed a cose ormai fatte, il Tar Calabria è entrato nel merito annullando per eccesso di potere e carenze istruttorie il punto dell’ordinanza (il numero 7) che disponeva l’ampliamento della discarica.
Una decisione che, anche se ormai tardiva, secondo i giudici amministrativi, deve essere tenuta in conto dalla pubblica amministrazione nell’esercizio del suo potere. In pratica l’ordinanza per motivi contingibili e urgenti non può essere usata per sopperire a inadempimenti della pubblica amministrazione. “L’ordinanza – si legge nella sentenza – con la quale, in sostanza, l’ampliamento (sostanzialmente definitivo) della discarica sita in località Columbra di Crotone è dichiarato come imposto dalla necessità di sopperire ai prolungati inadempimenti dei soggetti parimenti investiti di specifici adempimenti – è stata anzitutto adottata in assenza del requisito di contingibilità, da intendersi quale mancanza di ordinari rimedi predisposti a livello normativo o impossibilità di farvi ricorso”. Il Tar elenca poi una serie di provvedimenti della Regione (anche fino al 2021) che mostrano come si “sia registrata, senza soluzione di continuità, la sostanziale introduzione a regime di una gestione emergenziale dei rifiuti”. Inoltre il Tar accoglie la contestazione della carenza istruttoria in quanto dagli atti allegati all’ordinanza “non si evince alcun approfondimento specifico della compatibilità delle implicazioni ambientali”.