Cronaca

Emergenza acqua, le proposte del territorio al tavolo della Prefettura: controlli e paletti ad A2A

Gli agricoltori: acqua per noi non ce n'è, le colture sono morte: A2A e Regione risarciscano subito i danni che ci hanno fatto

CROTONE – Modificare la convenzione del 1969 per la gestione dei laghi silani affinché sia data priorità all’utilizzo dell’acqua per le popolazioni inserendo un limite di livello sotto il quale l’acqua può essere usata solo per i comuni che necessitano delle forniture idriche e non per l’idroelettrico. E’ questa una delle richieste che verrà portata al tavolo convocato dal prefetto di Crotone per le 10,30 di mercoledì 2 novembre sull’emergenza idrica nel crotonese scatenata dal prosciugamento dei laghi silani comunicato nei giorni scorsi da A2A, la multinazionale lombarda che gestisce i bacini dell’Arvo e dell’Ampollino. Una vicenda che rischia di lasciare completamente a secco le comunità di Crotone e Rocca di Neto: attualmente, senza piogge, la fornitura dell’acqua è garantita per meno di 30 giorni con il rischio di creare problemi di ordine pubblico ed igienico sanitari.
L’intervento sulla convenzione fa parte del pacchetto di misure che la Provincia di Crotone, i sindaci del territorio e le associazioni del settore agricolo e zxootecnico hanno concordato al termine di una lunga riunione voluta dal presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, per andare al tavolo del confronto in Prefettura con una linea comune al fine di evitare che si ripetano emergenze come quelle causate dall’indiscriminato utilizzo dell’acqua calabrese per produrre energia elettrica.
Tra le proposte, infatti, c’è anche la richiesta alla Regione Calabria di creare un nucleo di controllo che tenga costantemente monitorati i livelli dell’acqua: un controllo che la Regione avrebbe già dovuto svolgere, in quanto proprietaria dei bacini e dell’acqua, ma che – visto quanto accaduto in questi mesi ma anche nel passato – non ha mai svolto.
Sul tavolo del prefetto – attorno al quale siederanno anche Regione Calabria ed A2A – sarà posta anche la questione dei ristori economici agli agricoltori di Isola Capo Rizzuto e Cutro la cui campagna autunnale per la coltivazione del finocchio a marchio Igp è stata resa vana dalla mancanza di acqua. Una questione di non poco conto che potrebbe scaturire in seri problemi di ordine pubblico. "I miei finocchi sono come dei figlio. Oggi senza’acqua sono morti e se mi ammazzano i figli io non so come reagisco" ha urlato un agricoltore durante la riunione.
Nel corso della lunga ed accesa riunione in Provincia è emerso come gli imprenditori agricoli dell’altopiano di Isola Capo Ruzzuto (dove ci sono oltre 300 aziende) abbiano investito singolarmente anche fino a 600 mila euro in piante, mezzi e strumenti per coltivare il finocchio. Investimenti – hanno spiegato diversi agricoltori – fatti anche su suggerimento dell’assessore Gianluca Gallo e dei dirigenti del dipartimento regionale all’agricoltura che, nel corso della manifestazione per festeggiare il marchio Igp al finocchio di Isola Capo Rizzuto, avevano assicurato alle aziende agricole che l’acqua sarebbe stata loro fornita senza i problemi degli anni precedenti. Invece, l’acqua di Arvo ed Ampolllino – usata da A2A per fare energie elettrica nel momento in cui il prezzo era più alto ed i profitti maggiori – è finita ben prima e molte piantagioni di finocchio sono già seccate. “Soprattutto – ha sottolineato il presidente del Consorzio di bonifica Ionio crotonese, Roberto Torchia – non si era mai verificato prima che l’acqua dei laghi silani fosse arrivata ad un limite così minimo da mettere a rischio le forniture idropotabili”.
Dalla riunione è emersa la consapevolezza da parte degli agricoltori che, nelle condizioni attuali con i laghi ridotti al minimo della loro capacità, non ci sarà acqua per l’irrigazione ma solo per le forniture idropotabili alle comunità. Per questo gli agricoltori hanno sostenuto che della richiesta di dichiarazione dello stato di calamità per la siccità da giugno a settembre – curiosamente approvata proprio in queste ore dalla giunta regionale – non sanno che farsene. Gli agricoltori di Isola Capo Rizzuto e Cutro vogliono l’indennizzo immediato dei soldi spesi per gli investimenti suggeriti anche dai rappresentanti politici ed amministrativi della Regione. Anche perché con lo stato di calamità gli eventuali ristori potrebbero arrivare – come prevede la legge – tra quattro anni: “Non ce lo possiamo permettere, mentrre qualcuno ha fatto proifitti per centinaia di milioni di euro con la nostra acqua, noi siamo alla fame in queste condizioni. Ci siamo impegnati, invogliati anche dalla Regione Calabria, ed ora qualcuno, chi ha sbagliato, deve pagarci i danni”.
Il dito puntato degli agricoltorti è verso A2A per l’utilizzo indiscriminato fatto dell’acqua per produrre energia elettrica senza pensare a conservarla. Il dito puntato è anche contro la Regione per la carenza di controlli. Da parte dei rappresentanti delle categorie, in particolare da Nicodemo Podella, presidente della Cia, ha chiesto ai sindaci di presentare insieme alle associazioni degli agricoltori, un esposto in Procura per individuare eventuali responsabilità anche personali nella vicenda.