Cronaca

Disastro ferroviario del 1989, in 33 anni poco è cambiato sulla tratta ionica: meno treni e tanti disagi

Per le 12 vittime e i cittadini crotonesi tanti anni di promesse mai realizzate per migliorare la linea ferrata.

CROTONE – Sono passati 33 anni da quando nel pomeriggio del 16 novembre del 1989  due treni si scontrarono poche centinaia di metri a sud della stazione ferroviaria di Crotone sulla tratta ad unico binario. Morirono 12 persone: Delia Sozzi, Antonella Serventi, Carmelina Pistoia, Rosanna Perri, Rita Angela Geracitano, Loredana Gentile, Emma Gagliardi, Franca Cefalà, Mirella Cavalli, Antonio Sorrenti, Angelo Giuffré, Salvatore Bruno.
Sono passati 33 anni ma alla stazione di Crotone il tempo si è come fermato. Nulla è cambiato da allora se non in peggio. prima c’erano due binari sui quali arrivavano i treni: ora uno è stato completamente eliminato. 
"Non è dignitoso guardare che dopo 33  qui è cambiato poco. Siamo amareggiati e mortificati" ha detto Franco Amelio, marito di Carmelina Pistoia, insegnante morta a 29 anni in quel giorno di 33 anni fa. Amelio per l’ennesima volta, nell’anniversario di quel tragico incidente, è arrivato a Crotone per testimoniare il dolore e la rabbia dei familiari delle vittime dello scontro tra il treno locale 8437 che proveniva da Cariati ed era appena partito da Crotone ed il treno 12706 che arrivava da Catanzaro.

Niente più incidenti perché non ci sono più treni

Dopo quella immane tragedia ferroviaria, probabilmente la più grave del Sud Italia, c’erano state le solite promesse di interventi per migliorare quella strada ferrata ad un solo binario. Trentatrè anni dopo, nel giorno in cui 12 associazioni crotonesi, continuano a commemorare quei morti, si deve prendere atto del fallimento totale: in 33 anni non ci sono stati più incidenti ferroviari sulla tratta, è vero, ma solo perché anziché migliorare l’infrastruttura si è preferito togliere treni e binari.
Ferma anche l’elettrificazione che permetterebbe di far arrivare anche a queste latitudini i treni veloci è ferma al palo da quando è iniziata nell’agosto 2018 per problemi legati alla galleria di Cutro dove gli ingegneri di Rfi non sanno come far passare i cavi dell’elettrificazione. L’abbandono e l’indifferenza istituzionale sono testimoniate dalla biglietteria chiusa nonostante, l’accordo tra Regione Calabria ed Rfi preveda che sia aperta. Una presa per i fondelli da parte delle istituzioni ai crotonesi con la complicità di tutti i partiti dell’arco costituzionale.

Nessun miglioramento

"Da 33 anni è migliorato poco – ha aggiunto il sindaco Vincenzo Voce -. Ci saranno novità con il Pnrr perché Rfi ha ottenuto 10 milioni per rifare la stazione, ma nel frattempo la tutela del diritto alla mobilità è peggiorata. L’elettrificazione è in grande ritardo, non mi capacito del fatto che al Sud i lavori vadano sempre così lenti". Lo ha ribadito anche Giuseppe Peluso, della segretaria Filt Cgil Area Vasta denunciando l’inadempienza di Rfi al contratto siglato con la Regione Calabria che invece ne prevede l’apertura. "C’è tanto rammarico che cambia poco di anno in anno. Il rammarico di sentirsi impotenti forse incapaci di incidere in qualcosa. Il rammarico del disinteresse istituzionale verso un territorio che dovrebbe ribellarsi". 
Manca anche, incredibile a dirsi in una città moderna, un collegamento bus tra la stazione al centro cittadino: chi arriva con il treno a Crotone, a parte andare a piedi o prendere il taxi, non ha alcun modo di raggiungere con il trasporto pubblico la città. 

Le dodici roselline

Crotonesi che non vogliono però arrendersi di fronte al menefreghismo di governanti e politicanti. Per questo anche il 16 novembre del 2022 i rappresentanti di 12 associazioni si sono ritrovati nel piazzale dedicato a quegli operai, a quelle maestre, mamme e padri, morti nello scontro al casello sud di Crotone. Hanno piantato 12 piante di rose, una per ogni vittima, attorno all’ulivo bianco che era stato messo a dimora l’anno scorso. "Nel ricordo di queste morti – ha detto Teresa Liguori, presidente di ItaliaNostra e promotrice della manifestazione – continueremo a lottare perché questa ferrovia venga potenziata, perché ci sono ancora generazioni e tanti pendolari che soffrono i disservizi che ci sono per la cattiva gestione. Noi vogliamo che le cose cambino: siamo 12 associazioni con un obiettivo comune il potenziamento e l’ammodernamento di questa linea ferroviaria. E’ vero è sconfortante vedere che la situazione non è cambiata, ma sappiamo da che parte sono le responsabilità sta a noi essere più uniti, più incisivi per stimolare chi è responsabile di questi ritardi".

Uniti per non dimenticare

Lo slogan scelto per commemorare le vittime dell’incidente del 1989 è stato "Uniti per non dimenticare". E di costituire una rete cittadina con politica, sindacati e cittadini ha parlato Filippo Sestito auspicando "l’apertura di una vertenza Crotone.  Insieme dobbiamo fare sapere alla Regione che ha abbandonato questo territorio. La nostra popolazione è silente in attesa di una manna che non arriverà mai. Oggi va bene celebrare la memoria di chi è morto, ma se vogliamo bene ai loro familiari dobbiamo metterci insieme perché la frammentazione ha prodotto un disastro".
Le associazioni che hanno organizzato la manifestazione sono: Italia Nostra, Csv Calabria Centro, Arci, Ferrovie in Calabria, Gak, Vivere Sorridendo, Associazione crotonese ferrovia ionica, Movimento difesa diritti cittadini, Filt-Cgil, Comitato cittadino Aeroporto Crotone, Comitato cittadino Ferrovia ionica, Paideia