Provincia

Cani avvelenati a Mesoraca, esposto dell’Enpa: non attuate le norme sul contrasto al randagismo

cani randagi mesoraca 01

L’’Enpa di Crotone ha formalmente denunciato presso la Procura della Repubblica di Crotone l’uccisione, presumibilmente per avvelenamento, di diversi animali nel comune di Mesoraca. Si tratta sia di animali randagi che di cani di proprietà. In pochi giorni da fine gennaio a lunedì scorso sono 4 i cani trovati morti per presunto avvelenamento.
Per Enpa le responsabilità sono anche dei rappresentanti delle istituzioni locali che non contrastano il fenomeno del randagismo. “Gli autori di queste condotte delittuose – è scritto nell’esposto – non sono mai stati identificati! Ma se è vero che è difficile, ma certamente non impossibile, individuare l’autore materiale del reato, meno complicato è perseguire le condotte omissive dei rappresentanti delle istituzioni locali che dovrebbero contrastare il fenomeno del randagismo promuovendo politiche di prevenzione e, in spregio alla normativa vigente, omettono di farlo. In un certo qual modo è possibile sostenere che le condotte omissive delle Istituzioni preposte contribuiscono ad armare la mano di quei criminali che pensano di poter risolvere il problema spargendo sul territorio bocconi avvelenati”.
A tal proposito il presidente di Enpa Crotone, Giuseppe Trocino ha richiesto anche l’intervento del Prefetto di Crotone affinché coordini la gestione degli interventi da effettuare: “Nell’anno 2023- scrive Trocino – penso sia assurdo e paradossale doversi ancora confrontare con il fenomeno degli avvelenamenti dei cani randagi e quindi, a distanza di oltre 30 anni dall’emanazione della legge quadro sul randagismo n. 281 del 1991, dover contestare alle Istituzioni l’omessa attuazione di una legge dello Stato Italiano”.
Ricordando che spargere esche avvelenate nell’ambiente "costituisce un grave pericolo per l’ambiente e per l’uomo, in particolare per le categorie più a rischio quali i bambini”, Trocino ribadisce le responsabilità degli amministratori pubblici sostenendo che “nella provincia di Crotone il fenomeno degli avvelenamenti è molto diffuso e si ripete ciclicamente, ciononostante nel corso degli ultimi trenta anni nessun amministratore pubblico è stato perseguito penalmente dalla procura della Repubblica né dalla Corte dei Conti per aver disatteso i precetti normativi e, conseguentemente, arrecato danni alle casse dell’ente amministrato”.