Cronaca

Naufragio Steccato, comandante Capitaneria Crotone: anche con quel mare si poteva intervenire e salvarli

naufragio100

"Quel giorno c’era mare forza quattro, non sei o sette. Le nostre motovedette avrebbero potuto navigare anche con mare forza otto". Lo ha detto il comandante della Capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi fermandosi con i cronisti mentre questa mattina faceva ingresso alla camera ardete per le vittime del naufragio di migranti davanti alla costa crotonese. Con queste parole l’ufficiale ha fatto intendere che l’invio di mezzi di soccorso al barcone che si trovava a 40 miglia dalla costa crotonese sarebbe stato possibile anche con quelle condizioni meteo marine. Sul motivo per il quale le motovedette della Guardia costiera non siano uscite in mare per soccorrere i migranti  il comandante Aloi è stato sibillino: bisogna riferirsi ai piani, operativi, agli accordi ministeriali che ci sono…". L’ufficiale ha quindi confermato la circostanza, riportata in una nota ufficiale della Capitaneria di porto italiana, secondo cui la prima segnalazione di allarme per la barca di migranti è giunta alla Guardia costiera alle 4,30 del mattino di domenica scorsa, a naufragio già avvenuto.
"Non so se sia stato aperto un fascicolo per omissione di soccorso. Bisognerebbe chiederlo al Procuratore della Repubblica di Crotone". Lo ha detto il comandante della Capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi. "Adesso c’è una intricata ricostruzione dei fatti da fare, noi come Guardia costiera siamo strumento della magistratura, quando ci chiameranno riferiremo all’autorità giudiziaria la nostra versione dei fatti". Aloi ha quindi rivelato di essere amareggiato. "Ne puoi salvare cemtomila ma poi un solo bambino o una famiglia che non riesci a salvare ti fa sembrare inutile il tuo lavoro. Crediamo di aver far operato anche in questo caso secondo le regole d’ingaggio. Sono provato da questa vicenda ma professionalmente mi sento a posto".