Cronaca

Indagine Aemilia: confiscati a cosche beni per 55 milioni di euro, a Crotone sigilli a 48 immobili

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I finanzieri del Comando provinciale di Cremona hanno dato esecuzione nelle province di Aosta, Cremona, Bologna, Mantova, Modena, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Verona e Crotone ad un provvedimento di confisca definitiva, adottato dalla Corte d’Appello di Bologna e confermato dalla Corte di Cassazione, di beni immobili, beni mobili registrati, disponibilità finanziarie e quote societarie per circa 55 milioni di euro.
Il provvedimento è scaturito da ulteriori sviluppi dell’indagine “Aemilia”, che ha  coinvolto le cosche mafiose di Cutro operative da anni nel territorio emiliano, nelle province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza. 
 Le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cremona, avviate nel maggio 2012 a seguito dell’arresto in flagranza per il reato di usura di un piccolo imprenditore di origini cutresi, da molti anni residente in provincia di Piacenza, hanno consentito di accertare che l’arrestato, approfittando del grave stato di bisogno in cui versava la vittima, nell’anno 2011 aveva prestato soldi applicando un tasso usurario superiore al 210% annuo. E’ emerso un ampio contesto criminale caratterizzato dal coinvolgimento di altri calabresi, titolari di aziende con elevati fatturati, che avevano ideato un vasto sistema di fatture per operazioni inesistenti (utilizzando società cartiere intestate a prestanome) allo scopo di frodare il fisco creando liquidità in nero da impiegare nella concessione di prestiti ad aziende emiliane in difficoltà finanziarie,  per poi assumerne il controllo.
Gli ulteriori approfondimenti investigativi svolti su delega della Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica di Bologna, hanno consentito di portare alla luce molteplici reati di natura economica, tra i quali l’usura e le frodi fiscali di cui si sono fatti promotori diversi imprenditori:  attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (vendita di materiale inerte o noleggio di mezzi di trasporto commerciale) regolate tramite i canali finanziari ufficiali, avrebbero consentito all’organizzazione criminale di  fornire, tra le altre cose, finanziamento a tassi usurai ad imprese in difficoltà economica. Queste ultime spesso venivano assorbite dalla struttura criminale che ne assumeva poi il controllo; l’organizzazione riciclava anche capitali di provenienza illecita, godendo di indebite detrazioni fiscali e reperire liquidità per le svariate esigenze dell’organizzazione mafiosa.
Il provvedimento patrimoniale eseguito, che si aggiunge alle confische da oltre 61.500.000,00 euro già operate
(l’ultima di circa 4,5 milioni eseguita nello scorso novembre), consentirà di acquisire in via definitiva al
patrimonio dello Stato:
• 4 immobili ubicati nella provincia di Bologna;
• 48 immobili ubicati nella provincia di Crotone;
• 6 immobili ubicati nella provincia di Mantova;
• 46 immobili ubicati nella provincia di Modena;
• 11 immobili ubicati nella provincia di Parma;
• 62 immobili ubicati nella provincia di Reggio Emilia;
• 2 immobili ubicati nella provincia di Verona,
per un totale complessivo di 179 beni immobili;
• 10 società di capitali e 6 società di persone operanti nel settore dell’edilizia, logistica, consulenza alle imprese e
ristorazione, nelle provincie di Aosta, Modena, Parma, Reggio Emilia, Rimini e Crotone per un totale di 16
società;
• 31 autoveicoli; 2 motoveicoli, 17 rimorchi e semirimorchi, 47 macchine operatrici e agricole per un totale di 97
beni mobili registrati;
e oltre 40 rapporti finanziari,
per un valore complessivo stimato di circa 55 milioni di euro.