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La colpa di mio padre Armando Foresta? Il troppo amore per Mesoraca

Il figlio dell'ex sindaco a difesa delle memoria del papà scrive dopo la conclusione delle indagini sui traffici delle cosche nella gestione dei rifiuti e delle biomasse

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Il gip distrettuale di Catanzaro nell’ottobre scorso non aveva condiviso le accuse nei confronti dell’ex sindaco di Mesoraca, Armando Foresta. Oggi, con la conclusione delle indagini, arriva anche la conferma dell’assoluta estraneità di Foresta dalla vicenda messa in luce dalla Dda di Catanzaro che sui traffici della cosca di Mesoraca nel settore del rifiuti e delle biomasse. Armando Foresta, che è deceduto il 22 ottobre 2022 a causa di una lunga malattia, non è nell’elenco dei 99 indagati dell’indagine che è stata chiusa giovedì 27 aprile. E non è stato escluso perché deceduto.  

Le accuse rigettate già dal gip

Foresta era accusato anche di concorso esterno in associazione mafiosa ma il gip distrettuale aveva sostenuto nella sua ordinanza che “la tesi accusatoria per quanto riguarda Foresta Armando non è condivisa (…). Il sindaco aveva necessità di acquistare 1000 pali in legno per realizzare un lavoro pubblico, il sindaco cercava di ridurre la spesa necessaria per l’acquisto dei pali, il cui impegno di spesa ammontava a 3 euro (…) il sindaco partecipava di aver individuato uno di Mesoraca che gli avrebbe praticato il prezzo conveniente di 2 euro, un risparmio netto rispetto al preventivo di una ditta di Vibo Valentia che praticava il prezzo di 3,5 euro”. Ed ancora “per quanto concerne i presunti interventi presso enti pubblici da parte dell’indagato, non emerge alcun contatto di Foresta con funzionari pubblici, né risultano elementi in grado di supportare la tesi che l’indagato avrebbe favorito i sodali (…); dai dialoghi si evince che Foresta si rivolgeva alle ditte affinchè provvedessero tempestivamente all’esecuzione dei lavori a seguito di alluvioni, che avevano provocato danni alle strade del Comune (…); quanto al concorso nelle contestate turbative d’asta, i dati captativi attestano un coinvolgimento del Foresta sempre in momenti successivi alla realizzazione dei vari subappalti (,…) si rivolgeva alle ditte per avere informazioni sull’andamento dei lavori (…). Il compendio indiziario – concludeva il gip – non appare di consistenza tale per sostenere i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Foresta”.

Esclusa ogni responsabilità

Proprio a seguito della chiusura delle indagini che hanno escluso ogni responsabilità di Armando Foresta nelle vicende che gli erano imputate, il figlio dell’ex sindaco, l’avvocato Arduino Foresta, interviene con una nota a difesa della memoria del padre. “Dopo mesi di silenzio, ritengo sia arrivato il momento di fare chiarezza sulla vicenda che suo malgrado, ha visto nell’ottobre scorso Foresta Armando, ex sindaco di Mesoraca, scaraventato sulle pagine di molte testate giornalistiche, sebbene la sottesa inchiesta giudiziaria che lo riguardava, delineasse dei contorni assai diversi. Ebbene si, pur comprendendo le esigenze giornalistiche, l’appeal che può suscitare la prospettazione di una tesi accusatoria, trovo profondamente ingiusto che, a fronte di intere colonne dedicate ad illustrare quell’ipotesi, non si dia adeguato riscontro alle ragioni, espresse dal Giudice per le indagini preliminari, designato a valutarne la fondatezza, sotto il profilo giuridico – fattuale. Sarò un idealista nostalgico, ma mi sarei aspettato, in ossequio al sacrosanto diritto di cronaca, meno timidezza nell’illustrare, all’opinione pubblica, le ragioni per cui il Giudice negava l’arresto di Foresta Armando, ritenendo, senza possibilità d’appello, non condivisibile la tesi accusatoria, sviscerata su certa stampa, al contrario, in tutta la sua interezza”.
Dopo aver citato i passaggi dell’ordinanza del gip, l’avvocato Arduino Foresta, ribadisce: “Non sta a me giudicare la portata degli stralci del provvedimento emesso dal Giudice del Tribunale di Catanzaro e, solo Dio sa quanto avrei desiderato farlo nelle sedi opportune, ma sono certo, che difficilmente qualcuno potrà minare la valenza giuridica, oltre che morale, per la memoria di Foresta Armando, di un provvedimento emesso ancor prima che l’immagine dell’ex sindaco, venisse martoriata”.

Critiche a giornali e magistrati

Oltre alla critiche ai giornali (che svolgono il compito di informare e e spesso, con le novità della riforma Cartabia non sono messi in condizioni di farlo in modo compiuto), non manca anche una critica all’indagine: “Oggi, sono incapace di spiegare il motivo per cui, si sia inteso individuare in Foresta Armando il vessillo di un’inchiesta, sebbene il dato giuridico, fosse più che eloquente nell’escluderne la portata investigativa”. “La sorte – conclude Arduino Foresta – ha deciso che Foresta Armando non potrà mai chiarire la propria posizione, nelle aule di giustizie, ma la potenza espressiva usata dal Gip di Catanzaro, nel dispiegare le ragioni per cui la tesi accusatoria non fosse condivisibile, in un provvedimento, fra l’altro non impugnato dall’Ufficio di Procura, a cui si unisce, il giudizio espresso dall’opinione pubblica, che unanimemente ha sempre riconosciuto in Foresta, due sole colpe, il troppo amore per la propria comunità e l’asfissiante premura nell’esercitare le proprie funzioni, rendono giustizia all’uomo, la cui vita amministrativa al servizio della comunità e onestà, resteranno a lungo nella memoria storica della sua Mesoraca”.