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Al Castello di Caccuri l’incontro sulle ‘Mille maschere dell’avvocato"

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CACCURI – Nella giornata di sabato 3 giugno al Castello di Caccuri si è svolto l’interessante convegno dal titolo “Le mille maschere dell’Avvocato”, organizzato dalla Camera Penale di Crotone in collaborazione con Unpli.
Il saluto istituzionale è stato affidato alla padrona di casa, il sindaco di Caccuri Marianna Caligiuri, che si è soffermata sull’importanza di sostenere eventi come questo, che consentono uno sviluppo positivo della società.
A moderare l’incontro l’avvocato Pina Piperio del foro di Crotone. Sono intervenuti, fra gli altri, Francesca Ferraro in qualità di presidente della Proloco di Castelsilano e direttivo Unpli provinciale Crotone, l’avvocato Silvano Cavarretta, portavoce Associazione internazionale mondo vero, l’avvocato Aldo Truncè, presidente Camera penale Crotone, il presidente Unpli Crotone, Giovanni Fabiano, la psicologa e psicoterapeuta nonché presidente Proloco Sila Cotronei,Frieda Grassi e l’avvocato Barbara Ventura, presidente Aiga sez. di Crotone.
"Brillante, come sempre, l’intervento di Silvano Cavarretta – si legge in una nota – che si è soffermato sui diversi aspetti che concernono la figura dell’avvocato ed ha ripreso il concetto pitagorico dell’importanza di guardare oltre le apparenze".
All’evento, oltre al portavoce Cavarretta, ha partecipato una delegazione dell’Associazione internazionale mondo vero – tra Oriente ed Occidente, tra cui il presidente Ben Slimene Samir ed il segretario della stessa associazione Giacinto Aloe.
"Barbara Ventura è intervenuta costruttivamente al dibattito riscuotendo il plauso del pubblico presente in sala – prosegue la nota – mettendo in evidenza il ruolo dell’avvocato e l’aspetto umano che lo contraddistingue. Nel corso dell’incontro l’avvocato Truncè ha preannunciato la pubblicazione del suo libro, la cui uscita è prevista per dicembre prossimo. Per Truncè l’aula di un Tribunale è uno strano ed enorme marchingegno, dove possiamo essere le porte, i bulloni, le sedie o quelli che si interrogano su come funziona il senso dello strano marchingegno. Per fare l’avvocato bisogna conoscere la maschera, perché il possesso di conoscere la maschera e i processi psicologici che governano le dinamiche interpersonali e sociali, è frutto di annosi lavori di studio e approfondimento. Spesso il ruolo di questo lavoro ti porta a indossare una maschera, come necessità ineluttabile".
Dunque il processo è come vero e proprio teatro dove le persone diventano personaggi, maschere e i contesti diventano scenari.  Truncè si è soffermato sull’importanza di indossare la maschera ma anche in quella di smascherarsi, come primo passo per andare a scoprire la ferita che regna dentro ognuno di noi e poterla finalmente curare.

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