Cronaca

Percolato nel fiume: Regione diffida Bieco e autorizza smaltimento liquami a Gioia Tauro (VIDEO)

Intervento complesso a spese della società che ha inquinato: bisogna aspirare liquami dispersi lungo 6 km del torrente Patia. Non piace ad agricoltori e allevatori la disposizione di ripristinare la funzionalità della discarica: deve essere chiusa

CRUCOLI – L’acqua nera ristagna per 6 km lungo l’alveo del torrente Patia. Un alveo largo in media 8 metri e profondo 4. Da giovedì 22 giugno ci sono centinaia di migliaia metri cubi di percolato che ristagnano lungo i 6.000 metri del torrente Patia. Il corso d’acqua che giovedì mattina ha portato nel fiume Nicà il percolato fuoriuscito dalla discarica della Bieco sita in località Pipino, è stato bloccato per evitare che tutte quelle migliaia di metri cubi di liquami finissero nel mare come è avvenuto purtroppo nel pomeriggio di giovedì. Ora quell’acqua nera ristagna e la puzza acre del percolato si avverte in tutta la valle verde del Nicà che da giovedì ha perso definitivamente una verginità già deflorata dalla presenza di una discarica assurdamente autorizzata dalla Regione Calabria quasi 13 anni fa.

Disastro non compreso

Alla Regione Calabria, a parte le parole di circostanza del governatore Occhiuto, non avevano ben compreso la gravità di quello che era accaduto. Lo si è visto sabato quando, dopo tre giorni dall’incidente che ha riversato nei corsi d’acqua ed in mare il percolato, è arrivato il direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Salvatore Siviglia accompagnato da diversi dirigenti. Tutti sono rimasti esterrefatti quando i sindaci di Crucoli, Giovanni Cataldo Librandi, di Cariati, Cataldo Minò, di Scala Coeli, Giovanni Matalone, e Terravecchia, Paolo Pignataro, gli hanno mostrato quello che era successo. Con loro c’era anche Sergio Ferrari, presidente della Provincia di Crotone sulla quale di fatto ricadono gli effetti della discarica ubicata nel territorio del comune cosentino. Si è capito subito che la situazione non era facile da gestire per via della complessità dell’intervento necessario per evitare che il percolato bloccato nel torrente Patia grazie a dighe di ghiaia finisca nella falda acquifera e soprattutto ridare la possibilità ad agricoltori e allevatori di riprendere ad utilizzare l’acqua per irrigare e abbeverare gli animali. Quel ristagno prolungato, però, mette a rischio le falde. La soluzione principale è rimuovere il percolato subito aspirandolo in autobotti. Solo che, considerata l’enormità del percolato finito nel torrente, di autobotti ne serviranno centinaia.

Chi inquina paga

Siviglia è stato molto pratico. Incontrando insieme ai sindaci il proprietario della discarica, Eugenio Pulignano, ha ribadito che l’intervento deve essere a spese dell’azienda e che la Regione Calabria avrebbe agevolato la bonifica autorizzando lo smaltimento del percolato presso la Iam di Gioia Tauro (l’unica in Calabria che può smaltire una tale quantità di materiale) anche fino a 50 autobotti al giorno. Sempre il Dipartimento regionale all’ambiente si è già messo in contatto con il Comune di Gioia Tauro, che sabato e domenica ha vietato il passaggio di mezzi pesanti nel suo territorio, per avere un permesso speciale per i mezzi che dovranno recarsi all’azienda di smaltimento anche sabato e domenica.

Piano A e piano B

Già domenica 25 giugno la Bieco invierà il programma di intervento studiato per bonificare il torrente e nel pomeriggio potrebbero riprendere le attività di bonifica: sabato, infatti, erano state solo 4 le autobotti che avevano  In caso di difficoltà a eseguire l’intervento in pochi giorni c’è un piano B che prevede la creazione di un mini invaso – isolato con speciali teli dal terreno – nei pressi della confluenza tra il Patia e il Nicà: in questo invaso verranno deviate le acque contaminate in modo da poter dare poi possibilità al torrente (ricco di acqua sorgiva) di scorrere con acqua pulita verso il Nicà. Un intervento complesso e proprio per questo i titolari delle aziende zootecniche ed agricole avevano chiesto alla Regione Calabria di gestirlo direttamente mettendo da parte la Bieco che avrebbe solo dovuto pagare per l’intervento. Una possibilità che resta aperta anche perché il presidente della Provincia di Crotone è stato determinato: “Nel caso di ritardi dobbiamo operare in danno della Bieco altrimenti continuiamo a fare chiacchiere ed il percolato va nelle falde”.

Anche la Regione apre inchiesta

La Regione Calabria, comunque fa sapere di aver diffidato Bieco srl – inviando la medesima comunicazione anche alla Procura della Repubblica di Castrovillari – affinché intraprenda con la massima urgenza ogni iniziativa possibile, con gli oneri finanziari a proprio carico, per interrompere la fuoriuscita di percolato e per ripulire i corsi d’acqua contaminati dagli sversamenti degli ultimi giorni. Di più, Siviglia ha rivelato che il Dipartimento ambiente ha aperto una sua inchiesta per capire le cause del disastro, eventuali responsabilità e verificare se sono state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie. Sulle cause stanno indagando i carabinieri del nucleo forestale di Corigliano-Rossano. L’ipotesi è che si sia rotto un tubo di 2 metri di diametro che ha scaricato il percolato nel torrente. Peraltro Bieco in una nota stampa “non esclude nessuna possibilità riguardo all’evento, inclusa l’ipotesi di un possibile atto di sabotaggio”. Ipotesi tutta da verificare e di difficile comprensibilità. Di certo l’incidente ha mostrato che tra il tubo rotto e il torrente Patia non c’era alcun sistema di sicurezza che poteva impedire che quella enorme quantità di percolato finisse fino alla foce del Nicà e nel mare distante ben 13 km.

Chiusura non ripristino

La Regione, attraverso ArpaCal, sta monitorando la situazione e sta seguendo con attenzione questa emergenza, mettendosi a disposizione degli enti locali per ogni possibile supporto. Il comunicato della Regione Calabria finisce però con una frase sibillina che non è piaciuta a chi da anni si oppone all’impianto realizzato in una zona di coltivazioni biologiche con marchi Dop e Doc e che auspica la chiusura dell’impianto: “La Bieco srl – scrive la Regione Calabria – è responsabile di quanto accaduto e dovrà ripristinare a sue spese la regolare funzionalità della discarica di Scala Coeli”. Anche per questo domani alle 18 è stato indetto un sit in sul ponte della Sp6 sotto il quale scorre il torrente Patia contaminato con il motto “La discarica di Pipino deve essere chiusa non ripristinata”